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21 ottobre 2015: dal cinema alla realtà con la celebre saga di "Ritorno al futuro"

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QUANDO IL FUTURO DIVENTA PRESENTE. “Va bene, Doc… che sta succedendo? Dove siamo? Quando siamo?” domanda Marty agitato. “Stiamo scendendo verso Hill Valley, California. Sono le sedici e ventinove di mercoledì, ottobre, ventuno, anno 2015” risponde l’inventore puntando il dito contro il display a LED e scandendo le parole una a una.“Duemila e quindici? Vuol dire che siamo nel futuro!”.

Ecco, ci siamo. Finalmente il 21 ottobre 2015. La data di destinazione verso cui Marty e Doc (Michael J. Fox e Christopher Lloyd) viaggiano a bordo della mitica DeLorean adibita a macchina del tempo nel secondo capitolo della trilogia di “Ritorno al futuro”, una delle saghe più popolari e fortunate nella storia di Hollywood. La data per cui milioni di appassionati sono in fermento. Le delusioni e i falsi allarme del passato non li hanno scoraggiati. Ricordiamo infatti quanto spesso negli anni siano circolate sul web diverse bufale circa il giorno esatto indicato nel film. Si è parlato di volta in volta di un giorno del luglio 2010, del 27 giugno del 2012 e anche del recente 9 giugno 2015, offrendo a sostegno immagini photoshoppate del celebre display sia per mera beffa che per campagne pubblicitarie, come quella che avrebbe dovuto promuovere l’uscita del dvd blue-ray della saga. Molti fans erano stati colpiti dall’immediato sconforto per non aver celebrato in maniera adeguata la ricorrenza, rigorosamente visionando tutta la trilogia in una super cine-maratona accompagnata da pop-corn salati al punto giusto. Questa volta però si è certi. È la data giusta: Marty McFly e il suo bizzarro amico Doc “arriveranno” il 21 ottobre 2015.

E proprio in loro attesa gli appassionati hanno nel frattempo organizzato vari raduni, mostre, incontri e contest sul film. La scorsa estate al “London Film & Comic Con”, fra il 17 e il 19 luglio, c’era già stata una riunione dell’intero cast dando ai fan l’opportunità di scattare delle foto con i vari personaggi davanti alla torre dell’orologio del 1885 e a quella del 1955, oppure accanto alla lapide di Doc Brown e persino a bordo della celebre DeLorean. In America c’è addirittura chi si è mobilitato per attivare una petizione da presentare a Obama affinché dichiari il 21 ottobre festa nazionale. Da noi più banalmente, per celebrare la data, le pellicole del primo e del secondo episodio torneranno sul grande schermo dei cinema più importanti.

E dire che forse i padri della trilogia, il produttore Bob Gale e il regista Robert Zemeckis, un tale successo non l’avrebbero mai immaginato nel lontano 1985, quando realizzarono il primo film. Del resto Zemeckis, sebbene apprezzato dalla critica, all’epoca era ancora abbastanza sconosciuto al grande pubblico e la pellicola a dirla tutta venne snobbata dai grandi major. Soprattutto per la questione del potenziale legame incestuoso che si temeva erroneamente fosse possibile leggere quando Marty, una volta nel passato, si fosse trovato alle prese con sua madre in versione adolescente svampita e vivace. Per questo l’incrocio delle strade di Gale e Zemeckis con quella di Steven Spielberg fu un vero colpo di fortuna. Quest’ultimo fu infatti subito capace di cogliere l’aspetto innovativo e originale dell’opera decidendo di curarne la produzione esecutiva.

Ed ora eccoci qua a constatare le analogie e le differenze fra film e realtà quando finalmente il futuro è diventato presente. Tanto per iniziare il 2015 non è ancora un’epoca in cui “non c’è bisogno di strade” come riferiva Doc a Marty durante il viaggio temporale. Per strada non circolano auto volanti o skateboard a mezz’aria. Non indossiamo vestiti capaci di parlare o asciugarsi autonomamente e non portiamo ai piedi scarpe capaci di allacciarsi da sole. Tuttavia non tutte le aspettative sono state deluse. Basti pensare ai poster olografici come il famoso squalo che terrorizza Marty tramite un cartellone pubblicitario che non si discosta tanto dal moderno 3D. Non sono per niente ancora di larga circolazione sul mercato, ma anche i nostri Google Glass possono essere considerati i famosi occhiali-telefono che compaiono nel film. Tecnologie come il reattore che trasforma la spazzatura in energia sappiamo essere in fondo a modo suo realtà oltralpe. Gli skateboard volanti devono essere ancora del tutto brevettati, ma non si può dire che non esista niente del genere se si pensa al costosissimo Hendo hoverboard (il suo prezzo si aggira sui 10mila euro). Negli appartamenti sono entrate le televisioni multicanale e anche la Pepsi, in onore dei trent’anni dall’uscita del primo film, ha deciso di mettere sul mercato un numero limitato di Pepsi in contenitori che ricordino quello della fantasiosa bibita pneumatica della storia. Infine nel film c’erano scene in cui Doc usava una sorta di telecomando touch simili agli attuali tablet e a Hill Valley si raccoglievano soldi tramite l’impronta del dito come oggi con Apple Pay. L’unico grande dettaglio che gli sceneggiatori non sono riusciti a prevedere negli anni ’80 – e come avrebbero potuto? – è l’avvento di Internet. Anche la carta, seppur capace di non impolverarsi, nel film non era stata ancora indotta a soccombere all’era del digitale. Nonostante tutto è un legame soprattutto sentimentale quello che ci lega nel 2015 a “Ritorno al futuro” e osservare come nel passato ci aspettassimo il futuro fa sempre sorridere bonariamente. In fondo quando il presente raggiunge il futuro sembriamo forse un po’ buffi, vero, ma comunque pieni di aspettative che fanno sempre in tempo a divenire realtà.

di Valentina Mazzella

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