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Disabilità: progetti del Governo contrastano con le scarse risorse economiche degli enti locali

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Napoli – L’11 luglio scorso è stato approvato in Consiglio dei Ministri il “Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità” stilato dall’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità un gruppo istituito nel 2009 che opera presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per monitorare e promuovere la attuazione dei principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Il Programma di Azione è il risultato di due anni di lavoro, condiviso e dettagliato, su aspetti di particolare rilievo e delicatezza, dal riconoscimento della disabilità alla vita indipendente, dalla mobilità al diritto allo studio, dall’inclusione lavorativa alla tutela della salute. Non poteva rimanere ancora in un cassetto.” Ha affermato Vincenzo Falabella, presidente della FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.  La proposta del Programma di Azione Biennale sarà presentata il 16 e 17 settembre a Firenze una “due giorni” in cui si discuteranno interventi che il Governo dovrebbe mettere in pratica con coinvolgimento e raccordo operativo di attori istituzionali e non, tra Amministrazioni, Regioni, Province, Enti, Associazioni. La commissione ha evidenziato che, oggi nel nostro Paese, sarebbero necessari tantissimi interventi di qui la sintesi in una serie di “azioni”: “Riforma del Riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità” superando l’attuale sistema obsoleto, complesso, generatore di possibili diseguaglianze, soprattutto lontano dallo spirito e dalla lettera della Convenzione ONU. “Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società”: innovazione e di formazione degli operatori, nuovi criteri di qualità e accreditamento dei servizi, linee guida per promuovere i processi di vita indipendente e la deistituzionalizzazione e una revisione dei nomenclatori di servizi e prestazioni per accogliere una nuova generazione di interventi per la promozione della partecipazione e eguaglianza delle persone con disabilità. “Salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione”: realizzazione di azioni specifiche e puntuali per arricchire e consolidare i Livelli Essenziali di Assistenza e l’integrazione sociosanitaria. Tra i temi il Nomenclatore tariffario delle protesi, la necessità di un intervento specifico e mirato in tema di qualità della diagnosi e intervento a favore della popolazione con disabilità intellettiva e disturbo psichiatrico, l’attuazione della recente Legge sull’Autismo e delle indicazioni delle linee guida sull’Autismo.” Processi formativi ed inclusione scolastica”: linea di intervento su scuola e formazione attraverso una serie di azioni che dovrebbero essere orientate nel senso di consolidare e rendere più efficace il processo di inclusione scolastica ma anche formazione dei docenti. “Lavoro e occupazione”: interventi per aggiornare aspetti specifici della la normativa per renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro e la sicurezza dei lavoratori. Linee di lavoro specifiche riguardano la qualità dei servizi di collocamento mirato su tutto il territorio nazionale. “Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità”: la necessità di procedere ad una importante revisione delle normativa italiana in tema di accessibilità dell’ambiente fisico, urbano ed architettonico, che, sebbene a suo tempo innovativa e all’avanguardia, necessita oggi di essere aggiornata per consentire una piena adozione e diffusione dei principi della progettazione universale. Intanto mentre la Commissione ha elaborato l’ennesimo “elenco” di “Buone intenzioni” a Napoli n gruppo di donne, operatrici Osa, irrompe al Consiglio in segno di protesta; si tratta di personale addetto all’assistenza dei disabili che opera per conto di cooperative che da un anno in non percepiscono stipendio per il mancato pagamento da parte del Comune. Le donne si sono sedute a terra davanti ai banchi della giunta occupando la seduta per circa due ore. L’Italia è ancora un Paese che gira a “due velocità” spesso “inverse”: da un lato il Governo centrale approva un programma ricco e dettagliato, dall’altro un Comune come quello di Napoli non riesce a sostenere un minimo d’impegno sociale a causa delle scarse risorse economiche da poter utilizzare a favore delle politiche sociali.

di Giuseppe Musto

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