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SARRI REGALA UNA GIOIA AL PALERMO

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Napoli Nella giornata di campionato in cui il Chievo batte la Lazio all’Olimpico, Roma e Milan cadono rispettivamente a Genova, sponda Samp, e Udine, e il Genoa strappa un punto al Franchi, il Napoli non è da meno, regalando un punto al Palermo al San Paolo.

Pareggio inatteso, contro una squadra che raramente fa punti, che ha ceduto alcuni big a gennaio e che ha appena cambiato tecnico.

Onore a Diego Lopez, neo tecnico palermitano, che ha preparato bene la partita, chiudendo tutti gli spazi agli azzurri. Ma anche se il Palermo ne schierava 14 invece di 11, il Napoli, per superiorità tecnica, poteva comunque vincere largo.

E invece ne viene fuori un pareggio che, al netto di conservare una imbattibilità che dura da tre mesi, è molto più che una sconfitta.

Era l’occasione più ghiotta per agganciare una Roma lanciatissima, che, salvo un clamoroso risultato nello scontro diretto all’Olimpico, comunque a pari punti la spunterebbe sul Napoli.

Debacle inattesa persino sulle quote dei vari centri scommesse, perchè delle tante “macchie” di questa giornata, quella del San Paolo è la più assurda.

Sarri, che ha tutta la stima e l’affetto per aver dato al Napoli un calcio spettacolare ed una fase difensiva da manuale del calcio, ieri ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare.

Innanzitutto, dopo due vittorie prestigiose a San Siro col Milan e in Coppa con la Fiorentina, e dopo una striscia di sole vittorie nel 2017, un tecnico esperto deve prevedere un calo mentale di chi gioca di più. Si pensi a Carpi-Napoli dello scorso campionato.

Stessa cosa ieri, dove almeno uno tra Insigne, che non ha saltato neanche lo Spezia, e Callejon andava lasciato fuori. Giaccherini, ottimo elemento, scalpita ed anche il suo procuratore. Lo stesso Gabbiadini, ormai in partenza, poteva salutare il San Paolo per l’ultima volta, con motivazioni di certo enormi.

Errori anche nelle sostituzioni da parte del tecnico toscano: innanzitutto non ha senso inserire Zielinski, che ha negli inserimenti la sua dote migliore, e “chiedergli” indirettamente di coprire, con le contemporanee sostituzioni di Jorginho e Allan. Il polacco infatti, attento più alla fase difensiva, era irriconoscibile.

E poi perché Pavoletti, ariete nelle difese chiuse, così tardi? Giusto non proporlo dall’inizio, atteso che viene da un infortunio ed ha già giocato martedì. Ma poteva entrare prima.

Perché lasciare in campo Insigne, stanchissimo e poco lucido, quando si hanno Giaccherini e Gabbiadini?

Sarri, a cui va sempre un grazie per il lavoro fruttuoso che sta conducendo, di tanto in tanto mostra ancora i suoi limiti.

di Mario Civitaquale

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