NAPOLI — Se dovessimo dare un voto, sarebbe un bel nove su dieci. Il Museo Caruso (Ritratto di un mito) è il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso. La sua proposta rende egregiamente giustizia all’artista. Lo spazio nasce all’interno del Palazzo Reale, a piazza Plebiscito. Precisamente presso la grande Sala Dorica, riallestita con cura per accogliere un percorso ricco di sorprese. In una prima grande stanza si ammira una collezione di preziosi cimeli del tenore. La visita è potenziata dalla possibilità di utilizzare delle piattaforme multimediali con touchescreen. Dei display permettono al pubblico di sfogliare le fotografie d’epoca in bianco e nero di Enrico Caruso. La modalità interattiva rende l’esperienza più dinamica.
Le didascalie esplicative sono esaustive, ma coincise. L’atmosfera appare quasi di raccoglimento grazie a luci soffuse e proiezione cicliche ad adornare le pareti. Non mancano le installazioni musicali e una saletta in cui chi ha più tempo a disposizione può guardare un film muto. Enrico Caruso interpretò, infatti, delle piccole parti in alcuni lungometraggi americani.
L’idea di fondare il Museo Caruso nasce per celebrare i 150 anni dalla nascita di quello che viene oggi riconosciuto come uno dei tenori più importanti al livello internazionale. Il museo è curato da Laura Valente. La mostra “Ritratto di un mito” è permanente. L’iniziativa desidera compensare una carenza: Napoli non aveva ancora reso omaggio al talento di un artista che fino all’ultimo ha decantato il suo profondissimo legame con la città partenopea.
Alla realizzazione di questo progetto ha contributo soprattutto Luciano Pituello. Si tratta di un incredibile donatore che, con la sua Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, ha scelto di donare al museo la sua variegata collezione di oggetti e incisioni originali del tenore. Un gesto di immensa e sincera generosità.
Nel Museo Caruso sono esposti anche i preziosissimi cimeli del Fondo Pituello. Ci sono costumi di scena, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista, gli acquerelli colorati e tanto altro. È stata inoltre avviata una pregevole collaborazione tra Napoli e il Comune di Lastra a Signa dove è sito il Museo Caruso di Villa Bellosguardo (residenza italiana di Caruso). Il filo che unisce è la passione per la musica, il desiderio di ossequiare un artista a tutto tondo che è stato uomo, tenore e anche uno dei primi personaggi più mediatici della sua epoca.
Articolo e galleria fotografica di Valentina Mazzella: