ROMA – Papa Francesco si è spento. Proprio oggi. Subito dopo la Pasqua di Resurrezione, in quello che per i cattolici è ancora un giorno di festa, il Lunedì in Albis (comunemente detto Pasquetta). Le sue condizioni di salute si erano molto aggravate negli ultimi mesi. Un giorno di luce per i credenti, coperto inaspettatamente da un’ombra. Nell’aria ancora un turbinio di incredulità, dispiacere e tante domande per i protocolli che verranno applicati da questo momento in poi.
Il nome all’anagrafe di Papa Francesco era Jorge Mario Bergoglio. Prima di diventare il 266º pontefice della Chiesa cattolica, era stato un uomo dal vissuto ricco. Nato a Buenos Aires, in Argentina, il 17 dicembre 1936, proveniva da una famiglia di origine piemontese della piccola borghesia. Era infatti il primogenito di Mario Bergoglio e di Regina Maria Sivori. I suoi nonni materni e paterni erano italiani.
Da adolescente studiò chimica presso una scuola tecnica argentina, conseguendo un diploma di tecnico chimico. Dopo la scuola si è destreggiato in diversi lavori. Per un periodo svolse le pulizie in una fabbrica di calzini. In un altro fece addirittura il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. Sempre da giovane, ebbe una fidanzatina alla quale un giorno si dichiarò con la frase: “Se non mi sposo con te, mi farò prete”. Parole profetiche.
All’età di 17 anni scelse di intraprendere la vocazione sacerdotale. A 22 anni entrò nel seminario diocesano di Villa Devoto, un barrio di Buenos Aires retto da sacerdoti gesuiti. In seguito decise di entrare nella Compagnia di Gesù. Nel 1960 fu inviato in Cile per completare il noviziato. L’anno successivo tornò in Argentina dove studiò Filosofia e ottenne la laurea in Teologia presso il Colegio Máximo de San Miguel. Nel frattempo apprese il francese, l’italiano, il tedesco, l’inglese, il latino e il greco. Il 13 dicembre 1969 fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Córdoba monsignor Castellano.
A seguire anni ricchi di impegno e responsabilità. Nel 1992 venne nominato vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Nel 1997 arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Nel 1998 divenne arcivescovo di Buenos Aires. Nel 2001 fu nominato cardinale e infine il 13 marzo del 2013 eletto Papa con il nome di Francesco, ispirandosi a San Francesco d’Assisi.
Non a caso molte testate in quell’anno citarono un celebre racconto del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis in cui si narrava di un viaggio “Dagli Appennini alle Ande”: Bergoglio in fondo aveva percorso lo stesso tragitto al contrario.
Papa Francesco salì sul soglio ponteficio dopo un evento molto particolare, il desiderio di Papa Benedetto XVI (Papa Ratzinger) di ritirarsi a vita più riservata e mite. Papa Bergoglio è stato nella storia della Chiesa cattolica il primo Papa latino-americano e il primo gesuita ad assumere la carica di pontefice.
Negli anni di servizio si è distinto per la sua umanità, per le sue idee progressiste e il desiderio di semplicità. Iconica resterà inoltre sui libri di storia l’immagine in cui Papa Francesco attraversa da solo a piedi Piazza San Pietro nel periodo della pandemia da Covid-19 nel 2020.
Oggi che è venuto a mancare si scrive un’altra pagina. Se ne dispiacciono non solo i fedeli, ma anche molti non credenti che nutrivano ugualmente profonda stima e simpatia per Bergoglio. Da adesso in poi si prevedono i funerali entro nove giorni e poi il conclave che durerà almeno venti giorni.
Quel che è certo per adesso è che Papa Francesco ha cambiato per iscritto il protocollo dei funerali previsti per un Santo Padre, chiedendo maggiore semplicità e la sepoltura presso Santa Maria Maggiore al posto della classica presso la Basilica di San Pietro. Intanto ciò che resta indelebile è l’insieme degli insegnamenti che Papa Francesco lascia al mondo cattolico e forse non solo: la sua umanità, l’umiltà e la semplicità che lo hanno sempre contraddistinto.
Di Valentina Mazzella