Un appuntamento organizzato e promosso dall’Assemblea Parlamentare dei Paesi del Mediterraneo per mettere a punto strategie e strumenti per contrastare il crimine organizzato transnazionale
Oggi e domani a Palazzo Reale, la conferenza internazionale “La Convenzione di Palermo: il futuro della lotta al crimine organizzato transnazionale” dedicato alla convenzione Onu del 2000 sul contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, organizzato e promosso dall’Assemblea Parlamentare dei Paesi del Mediterraneo, presieduta dal Parlamentare Italiano Gennaro Migliore in collaborazione con Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite “Drugs and Crime”), la Procura Generale presso la Cassazione e la Fondazione Vittorio Occorsio.
“L’idea di una Convenzione – ha ricordato Gennaro Migliore nel corso di una conferenza stampa prima dell’inizio dei lavori – risale al G7 del ’94 che si tenne a Napoli: fu allora che furono gettate le basi di un accordo internazionale per contrastare il crimine che fu poi firmato a Palermo in omaggio ai magistrati italiani vittime delle stragi di mafia. Da allora la ‘Convenzione di Palermo’ e’ stata ratificata da numerosi Stati, diventando uno strumento prezioso nella lotta alle grandi organizzazioni mafiose. Da allora, tuttavia, non e’ mai stata aggiornata. L’appuntamento di oggi e domani servirà a mettere a punto delle modifiche soprattutto introducendo un capitolo sul fenomeno dei crimini informatici particolarmente d’attualità di questi tempi con aziende che vengono derubate dei loro dati e costrette a pagare per riaverli. Sara’ un’occasione preparatoria in vista della Conferenza mondiale che si terra’ a settembre a Vienna, dove le eventuali novità partorite qui a livello parlamentare troveranno definitiva applicazione. Il nostro Paese, inoltre – l’annuncio di Migliore – e’ stato scelto per commemorare Marcelo Pecci, il Falcone del Sudamerica, il procuratore paraguayano ucciso dai narcos mentre era in luna di miele”.
Ad aprire i lavori della Conferenza, cui parteciperanno numerosi ospiti internazionali, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“La violenza giovanile e delle baby gang è un problema che noi vediamo su tutti i territori, dovuto anche alla partecipazione di persone di seconda, terza generazione. Dobbiamo fare di più, ma dobbiamo fare soprattutto a livello culturale”, cosi’ Luciana Lamorgese, nel suo intervento di apertura. “Occorre che ci sia una società più reattiva, che ci sia anche l’impegno dei Comuni. Non può essere solo repressione, ci vuole la prevenzione e la prevenzione sono una serie di attività che devono essere messe in campo sul territorio”.
Sui migranti poi il ministro Lamorgese ha sottolineato “che e’ un problema serio nell’area del Mediterraneo perché si tratta di contrastare chi utilizza i migranti come fonte di guadagni. Dobbiamo considerare che sono Paesi purtroppo instabili da un po’ di tempo a questa parte. La Libia, la Tunisia, a livello geopolitico c’è una situazione di grande instabilità che incide sulle facoltà di deterrenza che hanno le autorità locali sul traffico di esseri umani”. La titolare degli Interni ricorda che “il problema è stato posto anche in Europa, e noi abbiamo raggiunto con una dichiarazione politica, il 10 giugno in Lussemburgo, con un effetto storico di iniziare a parlare, quello che una volta era l’accordo di Malta, oggi è stato approvato a Lussemburgo in un Consiglio europeo”. “Io credo che questo sia l’Europa che vogliamo vedere, come l’abbiamo vista quando c’è stata la crisi ucraina dove all’unanimità tutti abbiamo votato per l’applicazione della direttiva del 2001 che era chiusa in cassetto da più di 20 anni” conclude Lamorgese.