RAGUSA – La Squadra Mobile di Ragusa ha sequestrato l’auto di Orazio Fidone, il cacciatore che ieri ha trovato il corpo di Loris Stival, il bambino di 8 anni trovato morto a Santa Croce di Camerina.Fonti investigative sottolineano che “tutta l’area del ritrovamento è sotto sequestro e accertamenti sono in corso anche sull’auto di Fidone perché era nella zona”. La procura di Ragusa ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, contro ignoti, nell’inchiesta sulla morte di Loris Stival, il bambino di 8 anni trovato senza vita ieri a Santa Croce Camerina. Il fascicolo, hanno sottolineato dai magistrati, è stato stato aperto “a titolo precauzionale” in attesa degli esiti definitivi dell’autopsia. “Sono in Questura per collaborare alla indagini, e ho messo la mia auto a disposizione degli investigatori. La mia intenzione è di chiarire tutto nel più breve tempo possibile”. Lo ha detto all’ANSA Orazio Fidone, il cacciatore che ha trovato ieri il corpo di Loris Stival. “L’ho cercato in quel posto – ha aggiunto – perché pensavo che era una zona dove nessuno sarebbe andato. La mia disponibilità a collaborare è massima”. “Lasciateci in pace, non rilasciamo dichiarazioni, ho due figli e mio padre non è in casa, è andato in questura solo per completare una sua dichiarazione”. Così la figlia di Orazio Fidone, il cacciatore che ieri ha trovato il corpo di Loris Stival, replica ai cronisti che la vanno a trovare a casa per avere informazioni sul padre al quale la polizia ha sequestrato l’auto. Sarebbe morto diverse ore prima del ritrovamento Loris Stival, il piccolo di 8 anni il cui corpo è stato rinvenuto nel ragusano. Quando il personale del 118 è arrivato, a quanto si è appreso presentava un rigor mortis avanzato. Ciò fa presupporre che il decesso possa essere avvenuto in tarda mattinata. Secondo indiscrezioni, il piccolo avrebbe fatto un ‘volo’ di circa 3 metri all’interno di un canalone in cemento. Gli esiti ufficiali dell’autopsia non sono noti, l’esame non è concluso e proseguirà Non era entrato a scuola, il piccolo, nonostante la madre, una casalinga di 25 anni, con un altro figlio piccolo, lo avesse accompagnato e lasciato a 10-20 metri dall’ingresso. E’ stata la donna a lanciare l’allarme quando, quattro ore dopo, alle 12.30 è andato a riprenderlo. E’ in quel ‘buco’ di tempo che si concentrano le indagini. I bidelli, le maestre e i compagni di classe della terza elementare non lo avevano visto entrare. Dopo una decina di minuti la mamma è andata dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. Il padre, 30 anni, lavora come autotrasportatore, e per non farlo preoccupare, è stato informato alcune ore dopo, nella speranza di non farlo allarmare e di trovare il ragazzino, come alcune altre poche volte era accaduto. E’ scattata una gigantesca caccia al bambino, che ha coinvolto investigatori, ma anche volontari, protezione civili, conoscenti. “Tutto il paese lo ha cercato”, afferma il sindaco, Franca Iurato. I carabinieri controllano anche le immagini del sistema di videosorveglianza della scuola, ma non è inquadrato da alcuna parte. Eppure alcuni vigili urbani ricordano bene di averlo visto assieme alla madre e salutarla vicino l’istituto. A trovare il corpo senza vita del bambino, poco prima delle 17, è un cacciatore uscito di casa sollecitato dalla moglie a partecipare alle ricerche. In un canneto distante 4 chilometri dalla scuola. “Mi sono affacciato su un canalone tra le canne – ricostruisce emotivamente provato Orazio Fidone – e ho visto il cadavere. Ho gridato prima a squarciagola e poi ho telefonato ai carabinieri: erano le 16:55. Nel frattempo è arrivata un’ auto della polizia. Se avessi potuto dargli la mia vita – dice, affranto – lo avrei fatto”. Sul posto arriva personale del 118, ma il piccolo è già morto. La polizia scientifica e il medico legale eseguono i primi rilievi. La squadra mobile della Questura avvia le indagini dopo il ritrovamento. Ma il buio e la posizione del corpo del bambino, che ha il viso ‘schiacciato’ sulla base rendono difficili dare risposte sulla causa del decesso. Indossa tutti i vestiti e sono asciutti. Non ci sono tracce di sangue o segni di violenza evidenti. “Nessuna ipotesi investigativa certa sarà possibile prima di domani” dopo “un attento esame del corpo”, spiega il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, anche perché “non è stata trovata alcuna traccia di sangue”. “Stiamo lavorando a tutto campo – aggiunge – e non tralasciamo alcuna pista, ma per avere certezze occorrerà un esame medico legale attento dopo che tra alcune ore il corpo sarà rimosso”. Certo, osserva il magistrato, “non è impossibile, ma sembra difficile pensare che abbia percorso quattro chilometri a piedi e sia andato lì, in quel posto, da solo”. Parole che lasciano aperti scenari violenti, come un omicidio, e rievocano il ‘mostro’ della pedofilia. “Al momento – precisa con decisione Petralia, che coordina l’inchiesta assieme al sostituto Marco Rota – non ci sbilanciamo però, perché qualunque ipotesi è prematura. Certo stiamo valutando tutte le tesi possibili – chiosa il procuratore di Ragusa – come è giusto e doveroso che sia davanti alla morte di un bambino di otto anni”