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È morto Stephen Hawking, il celeberrimo astrofisico britannico: lutto nel mondo scientifico e non

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Di Valentina Mazzella

CAMBRIDGE – Si è spento Stephen Hawking, all’età di 76 anni presso la sua casa a Cambridge. Ne hanno dato il triste annuncio i figli Lucy, Robert e Tim Hawking. Ai mass-media hanno dichiarato: “Profondamente rattristati per la morte oggi del nostro padre adorato. È stato un grandissimo scienziato e un uomo straordinario. I suoi lavori vivranno ancora per molti anni dopo la sua scomparsa. È stato un grande scienziato ed un uomo straordinario. La sua eredità vivrà ancora per molti anni. Il suo coraggio e la sua perseveranza, insieme al suo essere brillante e al suo umorismo, hanno ispirato persone in tutto il mondo”.

Hawking è stato un importante astrofisico, cosmologo, fisico teorico e matematico britannico, fra i più autorevoli al mondo. Conosciuto nell’ambito scientifico in particolare per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologica quantistica, sui multiversi, sull’inflazione cosmica e sull’origine dell’universo, si è sempre impegnato attivamente anche nella divulgazione scientifica tramite la stesura e la pubblicazione di svariati testi. Dal 1979 al 2009 era stato titolare della Cattedra lucasiana di Matematica presso l’università di Cambridge, dove tutt’ora era ancora direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica. Negli anni non si contano i premi e i meriti che gli sono stati riconosciuti, come la Medaglia presidenziale della libertà – la più alta onorificenza americana – che il Presidente Barack Obama gli consegnò nel 2009. Era membro di diverse società scientifiche e non (come la Royal Society, la Royal Society of Arts e la Pontificia Accademia delle Scienze) e aveva un quoziente intellettivo pari a 160 o 165, lo stesso attribuito a grandi del passato come Isaac Newton e Albert Einstein.

Eppure oggi non è lutto solo per la comunità scientifica. Stephen Hawking, infatti, è sempre stato un personaggio iconico, entrato presto nella cultura di massa per la tempra di cui ha sempre dato prova. Non a caso è stato innumerevoli volte rappresentato, in maniera diretta o indiretta, in diverse serie-tv e cartoni animati. Fra i tanti omaggi il film “La teoria del tutto” di James Marsh che nel 2014 raccontava la sua storia e l’amore con la moglie Jane Wilde. Tutti ricordiamo che Hawking fosse affetto da una malattia degenerativa dei motoneuroni, o secondo altri da una forma particolare di Sla.

Era un giovane di appena 21 anni quando i medici diagnosticarono il male prospettando per lui delle aspettative di vita non superiori ai due anni. Eppure Hawking è sempre andato avanti. Ha continuato a studiare e soprattutto a vivere come la storia ci insegna. Ha sempre combattuto con coraggio contro le invalidità e le avversità. Nonostante l’atrofia muscolare progressiva, la sedia a rotelle, la depressione, la necessità di una ventilazione artificiale o di un sintetizzatore vocale e tante altre problematiche fisiche. Senza vittimismi. Non si è mai arreso e addirittura ha saputo sviluppare un acuto senso dell’ironia. Si è fatto simbolo della determinazione e dell’audace nelle avversità. Valoroso eroe dei tempi moderni, ha dimostrato al mondo come la vita abbia dignità a prescindere. Pertanto possiamo senza alcun dubbio scrivere in fede che oggi non ci ha lasciati solo un grande scienziato, ma soprattutto che un uomo di tenacia e spessore.

 

« Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi… Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. » (Stephen Hawking)

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