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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: la storia delle scarpe rosse diventate simbolo della lotta

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ATTUALITÀ – Scarpette rosse, fiocchi rossi, panchine rosse, linee rosse sulle guance. Il rosso è indiscutibilmente il colore simbolo del 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dal 1999. Un tema oggi affrontato tutti giorni per fronteggiare un problema gravissimo le cui statistiche non accennano a calare i propri bilanci. Nonostante nel passare dei decenni il livello generale della violenza sociale diminuisca, non cala invece il tasso degli episodi di violenza specifica nei confronti delle donne. Senza contare tutte gli accaduti presumibilmente non denunciati e che pertanto non rientrano nelle indagini ufficiali. Un dato interessante che porta esperti di psicologia e sociologia a interrogarsi per formulare nuove soluzioni e nuove politiche sociali che possano innescare un cambiamento concreto.

Del tema se ne discute quindi con perseveranza.  Nel tentativo di rendere più incisivo il messaggio, negli anni, sono nati molti simboli. Il desiderio è quello di avviare una rivoluzione culturale della società che migliori la condizione della donna e apporti equilibrio e armonia sociale. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne grida giustizia ad alta voce. Giustizia per tutte le vittime di cui evoca in maniera struggente il dolore la famosa immagine delle scarpe rosse disseminate nelle piazze. In realtà non si tratta di un’iniziativa nata dal nulla.

Le Scarpette Rosse nascono come installazione artistica nel 2009 da un’idea dell’artista messicana Elina Chauvet. L’opera creativa ha l’obiettivo di denunciare gli abusi sulle donne e il femminicidio per rivendicare i diritti delle donne e lottare contro la violenza di genere. Il rosso naturalmente non è un colore casuale. La scelta non voleva richiamare il rosso del rossetto, ma l’intensità del sangue e del dolore patito. La creazione è stata successivamente replicata in Argentina e poi dal Sud America ha raggiunto i vari Paesi europei. Rosso è il colore del sacrificio delle vittime che non vanno dimenticate. La loro memoria invita a non restare inermi e a denunciare le molestie, le aggressioni e gli abusi nella speranza che il domani sia migliore. 

Di Valentina Mazzella 

 

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