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La cultura e l’arte a Napoli nella prima metà dell’Ottocento

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “𝑵𝒂𝒑𝒐𝒍𝒊 𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒂: 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂, 𝒂𝒏𝒆𝒅𝒅𝒐𝒕𝒊 𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊𝒕𝒂'”.

 

Tre furono i fenomeni di grande importanza: gli albori della canzone napoletana, lo sviluppo del teatro dialettale e la scuola pittorica di Posillipo.

La canzone napoletana ha origini lontane. Nel XV secolo sorse a Napoli una poesia musicale detta “villanella” o “canzone alla napolitana”, ma la sua formula moderna nacque nel 1835 grazie a Raffaele Sacco che compose e pubblicò la famosa canzone “Te voglio bene assaie”. Da quel momento, con le sue melodie tormentose e dolci nello stesso tempo, la canzone napoletana fece irruzione in tutte le platee del mondo.

Sempre nel 1835, con la nascita di Eduardo Scarpetta (autore e comico) si fa risalire l’inizio della splendida fase del teatro dialettale napoletano. La sua celeberrima commedia “Miseria e nobiltà” si fa portavoce della barriera sociale esistente tra i poveri e gli agiati di quell’epoca.

Seguirono i figli Vincenzo Scarpetta, Eduardo, Peppino e Titina De Filippo che si associano all’arte dei grandi attori comici napoletani, da Nino Taranto all’insuperabile Totò.

In quanto alla Scuola di Posillipo (artisti di Napoli dediti alla pittura di paesaggi) è inconfutabile la novità che arrecò a tutta la pittura italiana. Giacinto Gigante, nativo di Posillipo, famoso autore di paesaggi e vedute, fu il massimo esponente della scuola.

“Un qualunque paesaggio è sempre uno stato d’animo, ogni filo d’erba ha la sua storia”: così si espresse Salvatore Di Giacomo alla vista di alcuni quadri di artisti della Scuola di Posillipo.

 

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).

 

 

 

 

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