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L’Elfo sulla mensola (The elf on the shelf): dagli USA la nuova tradizione diffusa in Europa tramite le influencer

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Sui social dilagano i video delle mamme influencer che mostrano ai follewer gli scherzi creativi ai bambini organizzati per conto di un innocente elfo di pezza. È una tradizione americana che, negli ultimi anni, dagli USA si sta ufficialmente diffondendo anche in tutta Europa grazie al web. Protagonista è l’Elfo sulla mensola (dall’inglese “the elf of the shelf”), ma da noi spesso noto anche solo come l’Elfo di Babbo Natale. La creatura, infatti, dovrebbe essere un aiutante del vecchietto panciuto vestito di rosso che porta i regali.

Negli Stati Uniti la tradizione si avvia dal Giorno del ringraziamento (ergo dal 1° dicembre). L’elfo viene posizionato su una mensola e fino al giorno di Natale suo compito è quello di controllare la condotta dei bambini per riferirlo poi, per l’appunto, a Babbo Natale. Nel frattempo, durante tutto il mese di dicembre, l’elfo si diverte a fare scherzi e burle ai bambini. Può compiere azioni tranquille come il cambiare postazione, preparare dei dolci, spostare giocattoli e altri oggetti in casa o fare disegni. Qualcosa di diverso ogni notte in modo che al mattino i bambini si sveglino con l’entusiasmo di sapere cosa di buffo l’elfo abbia combinato. Diversificare le sorprese può ovviamente essere molto impegnativo per i genitori.

Fin qui niente di strano o di preoccupante. Senonché sui social compaiono anche video di scherzi un po’ eccessivi. Ad esempio quelli in cui i genitori tagliano pezzi del pigiama indossato dal bambino per dormire, lasciando poi che il figlio si ssvegli l’indomani trovando poco simpaticamente l’elfo accanto a un paio di forbici. Vien da sé che non ci sia bisogno di essere Maria Montessori per comprendere come un episodio simile posta destare molto spavento in un bambino, soprattutto se molto piccolo. Un vero e proprio piccolo trauma da rielaborare: la paura legata a un esserino sovrannaturale che durante il sonno può disporre di te come preferisce.

Non da ultimo gli esperti si stanno molto interrogando sul valore pedagogico di questo tipo di proposta. Non risulta, infatti, costruttivo condizionare il comportamento dei bambini sulla base della minaccia. In fondo di questo si parla. Fare in modo che i bambini si comportino bene non perché comprendano pienamente il valore della gentilezza o della gestione delle emozioni e dei capricci. Banalmente solo perché sanno di essere spiati h24 da un elfo spione che poi riferirà tutto a Babbo Natale con il rischio di non far ricevere loro i regali tanto desiderati. Ne conseguirà che al termine del periodo natalizio, senza elfo, i bambini possano proseguire a commettere marachelle varie senza essere disturbati da nessun poliziotto cattivo che li osservi. Un’informazione che potrebbe destare in loro anche molta ansia.

Per questo gli esperti propongono ai genitori, se non di astenersi dalla tradizione, almeno di contenersi nella narrazione e nella scelta delle burle. Potrebbe essere ad esempio più delicato raccontare ai bimbi che l’elfo desideri semplicemente far loro compagnia. In alternativa dire che sia in casa per scoprire i loro desideri prima che questi vengano scritti ufficialmente nella letterina per Babbo Natale. Anche gli scherzi, d’obbligo, non dovrebbero instillare angoscia nei bambini. Genitori e figli potrebbero anche cimentarsi insieme in delle attività ludiche e creative rendendo l’elfo partecipe. Questo contribuirebbe a conservare la magia delle feste, senza perdere la fantasia e abbandonando l’effetto sorpresa che può anche coincidere con la paura.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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