Uno straordinario connubio tra arte e sociale che racconta l’emergenza globale della violenza sulle donne.
Il progetto di In Between Art Film, la casa di produzione cinematografica fondata da Beatrice Bulgari per espandere i confini dei linguaggi delle arti visive, del cinema e delle performance artistiche, ha coinvolto 8 registi invitandoli a dare ognuno una chiave di lettura di un tema tanto attuale – la violenza di genere – reso ancora più urgente dal confinamento domestico al quale la pandemia ha obbligato ognuno di noi in tutti i paesi del mondo.
Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci e Janis Rafa con tre curatori, Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini, Paola Ugolini, sono stati invitati a confrontarsi con l’obiettivo di produrre una serie di film sul drammatico tema della violenza domestica. Il risultato? Uno straordinario connubio tra arte e sociale che attraverso il codice del linguaggio delle arti visive, arriva immediato e diretto allo spettatore, che non può non rimanerne profondamente toccato.
Il titolo della rassegna “Mascarilla 19”, prende il nome della campagna contro la violenza domestica lanciata dal premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha raccolto l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutiérrez, per far fronte all’enorme aumento di richieste di aiuto arrivate da donne vittime di abusi nel corso delle prime settimane di lockdown. E’ nato così il nome in codice, l’ S.O.S., Mascarilla 19, che le donne spagnole possono riferire in qualsiasi farmacia del Paese per denunciare abusi e violenze domestiche, permettendo l’attivazione di un protocollo di emergenza. Il passpartout per liberarsi dalla gabbia dei soprusi subiti tra le mura domestiche in cui sono state confinate dalla’emergenza Covid.
Nella rassegna e’ stato presentato il film documentario di Simone Manetti, “Sono innamorato di Pippa Bacca”, che ricostruisce la storia dell’attivista milanese Pippa Bacca, partita nel 2008 con l’amica Silvia Moro, entrambe vestite da spose, per intraprendere il viaggio/performance Brides on Tour con destinazione Gerusalemme con l’obiettivo di portare un messaggio di pace nei territori che di guerre e conflitti, Bulgaria, Turchia, Siria, Libano, Giordania e Israele. Viaggio terminato tragicamente nei pressi di Istanbul dove Pippa, fu stuprata e uccisa da un uomo che le aveva offerto un passaggio.
In “Vedo Rosso”, Adrian Paci ipnotizza lo spettatore con uno schermo saturo di rosso, lasciando spazio solo alla voce narrante di una donna che non appare mai, e che racconta le sofferenze di una relazione malata dalla quale sta scappando. Elena Mazzi, nel video “Muse”, accompagna lo spettatore nell’incubo della violenza di genere attraverso la bellezza delle statue greco-romane conservate nell’Antiquarium della Domus Grimani a Venezia.
In “Espacios Seguros”, Iván Argote riprende i poster che, per un anno, il collettivo anonimo Collage Feminicides ha appeso per le strade di Parigi per denunciare la violenza di genere, con frasi come le machisme tue, il machismo uccide. Sulle immagini scorre la voce di Diana Rodriguez Franco, la funzionaria che ha sviluppato il programma Espacios seguros a Bogota’(città d’origine di Argote), in risposta al crescente numero di casi di violenza domestica durante la pandemia di COVID-19.
Otto visioni d’artista che s’intrecciano con la cronaca di storie di violenza domestica attraverso un linguaggio moderno che ne amplifica l’impatto emotivo, invitando lo spettatore alla riflessione su un tema tanto delicato. Il risultato è potente e arriva a toccare corde profonde in ognuno di noi. L’arte non è solo bellezza ma anche responsabilità e puo’ fare da cassa di risonanza per veicolare temi delicati, dare voce a quanti non ne hanno e richiamare l’attenzione del pubblico su un’emergenza globale come quella della violenza sulle donne.