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Migranti: proteste di Mediterranea davanti alla sede Usmaf di Napoli

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Oltre 400 i medici e i professionisti sanitari che hanno firmato l’appello di Mediterranea per deferire all’Ordine dei medici il comportamento dell’Usmaf siciliano

Nel pomeriggio gli attivisti di Mediterranea Saving Humans, hanno simbolicamente sigillato la sede Usmaf di Napoli, gli uffici di sanità marittima, per manifestare la loro solidarietà ai migranti delle ong Humanity 1, gestita da un’organizzazione tedesca e della Geo Barents, la nave di soccorso di Medici Senza Frontiere, attraccate al porto di Catania tra sabato e domenica pomeriggio.

Dure le parole di Laura Marmorale del direttivo nazionale di Mediterranea sui medici che due giorni fa, sono saliti a bordo delle navi delle ong ancorate nel porto di Catania in attesa di poter sbarcare le persone salvate da un annegamento sicuro.

“Questi medici – ha detto Marmorale – hanno operato un’indecorosa e indegna selezione dei migranti, dividendoli tra quelli che a loro dire erano meritevoli di poter scendere e quelli, invece, considerati dal ministro Piantedosi un semplice “carico residuale”, che potevano esser rispediti in mare aperto”.

In un primo momento le autorità italiane avevano consentito lo sbarco solo a donne, minori e fragili, secondo le disposizioni del Viminale. Ieri poi e’ arrivato il via libera del ministro Piantedosi anche per gli altri naufraghi rimasti a bordo.

“Quello che è successo ieri sera – ha rimarcato Marmorale – con un improvviso e repentino cambio di passo e di opinione facendo sbarcare anche chi era rimasto a bordo non ci soddisfa. Non ci soddisfa perché il loro operato nei giorni precedenti ha consentito al Governo di non far sbarcare più di 200 persone.

“Quando una donna – ha sottolineato Marmorale rivolgendosi idealmente ai medici dell’Usmaf – subisce uno stupro più volte, quando è costretta a gravidanze indesiderate, quando arriva un ragazzino brutalizzato con un palo di acciaio, i traumi che seguono questi atti sconvolgenti non si possono vedere in una visita di 20 minuti. Come è possibile stabilire che una vittima di cose del genere possa essere considerata sana e in grado di restare a bordo di una nave o di essere rimessa in acque continentali”.

Oltre 400 i medici e i professionisti sanitari che hanno firmato l’appello di Mediterranea per deferire all’Ordine dei medici il comportamento dell’Usmaf siciliano.

 

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