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Onorevole Gioacchino Alfano, il tema della sicurezza è certamente tra i più sentiti dai cittadini. Quali sono le sue proposte?

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Napoli – Qualche giorno fa sono state approvate le nuove linee generali per la sicurezza integrata. Parliamo di nuove tecnologie e della possibilità per i privati di mettere in sicurezza interi rioni mettendo a disposizione delle forze dell’ordine telecamere e server. Si tratta di un passo in avanti fondamentale in tema di controllo del territorio e per grandi città come Napoli. La Prefettura, tramite il comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, coordineranno gli interventi di potenziamento e di miglioramento degli impianti. Non appena saremo al Governo daremo una nuova spinta a questo processo che comporta ripercussioni concrete e immediate nelle nostre città.

 

Altra questione “calda” è l’Europa. Cosa risponde a chi dice che bisogna allontanarsi dall’Unione?

 

Come Sottosegretario alla Difesa ho le prove certe per dire che bisogna restare in Europa. Il nostro Paese avrebbe maggiori difficoltà a garantire la sicurezza interna se fosse isolato. I dati che l’Europa riesce a studiare, ad analizzare, permettono all’Unione di garantire la pace. Le nostre origini sono preziose, ma se nazionalismo significa stare da soli, il che comprende una dimensione che non ci permette di essere competitivi, allora è sinonimo di depressione. L’Italia, allora, deve essere addirittura motrice di certe iniziative, non deve essere trascinata. Penso ad esempio al caso della direttiva Bolkestein. Grazie ad un attento lavoro ‘bipartisan’ siamo riusciti a prorogare l’applicazione degli effetti, ma non basta. Non saremo soddisfatti finché l’ultimo ambulante non sarà al sicuro dai provvedimenti europei sul libero mercato.

 

Torniamo a Napoli. Quali sono le prospettive di sviluppo per il capoluogo campano?

 

Io penso a Napoli come capitale del Mediterraneo. Per attribuire questo titolo, però, la città deve diventare ancor più attraente. Non basta promuovere una realtà o un’attività. Siamo riusciti a dare a Napoli il patrimonio Unesco per l’arte della pizza, un riconoscimento importante che dovrebbe garantire sviluppo. Paradossalmente, però, non è così. I piccoli imprenditori, gli artigiani, i pizzaioli a volte raggiungono grandi risultati e riconoscimenti ma si scontrano poi con problemi burocratici, urbanistici, con la rigidità del decoro urbano. Il patrimonio che ci è stato riconosciuto lo dobbiamo tutelare con la modernità, la tecnologia. È dal contesto favorevole che si trae beneficio più che dalla semplice agevolazione fiscale”.

 

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