Sino a che le religioni non prenderanno una ferma e inneggiata posizione di distanza dalle uccisioni di innocenti agnelli indifesi per me sarà sempre una pasqua e una religione minuscola e triviale
E credo che da questo punto di vista talune religioni, quasi tutte, abbiano perso pure di vista la realtà: non rendendosi conto quanto loro siano state ampiamente superate da una maggiore raggiunta sensibilità umana, da un’idea di eccellenza sociale e intellettuale, che per quanto possa essere laica, è recepita dai più come superiore alla sensibilità e alla società fideistica.
La totale indifferenza e il freddo distacco di certe associazioni di culto verso la vita delle altre specie testimoniano, a mio immodesto e superiore avviso, quanto siano vintage certe chiese, quanto siano esse di gusto sgradevole e sorpassato, tascio e démodé. Tale disinteresse e noncuranza fanno paura, mettono i brividi ma, grazie a Dio, fanno posto a certo ateismo. Con dubitamento parlando: è come se talune religioni fossero interessate di equipaggiare di anima esclusivamente chi può produrre ricchezza, e girare potere, banconote e voti, giacché a un Agnello è lecito e perciò facile rubare tutto, senza problemi: libertà, uguaglianza, vita, e perfino il corpo, le carni, l’anima; in totale violenza e in nome del corpo di cristo (risorto?).
Le chiese restano indietro, vittime delle loro stesse filastrocche; mentre oramai la domanda espressa da una società di pensiero più evoluto, erudito, più educato e meno indottrinato, si porta avanti, e cresce su diversi fronti, da quello del trasporto a forza animale, come le arcaizzanti carrozze turistiche, a quello circense, da quello del benessere animale alla considerazione di cani guida o di salvataggio; verso l’inclusione tra le specie.
La non comunione, cioè disunione, gretta e retriva, dell’uomo con la natura, non conduce a risultati positivi; e il filisteismo di certe comunità di culto, emana scenari squallidi e deserti color cenere, leva alberi neri sotto un cielo tetro in una atmosfera d’ombra cupa che sembra contribuire a rendere concreta l’angoscia umana.
La Pasqua, quella con la P maiuscola, in tutti gli effetti, occorre che sia letta in chiave esoterica. Racconta della liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù egiziana; è perciò, essa, simbolicamente, il passaggio ad altra condizione d’esistenza. È il risveglio dell’uomo alla vera vita; non può dunque essere uccisione di agnelli; anzi, la Pasqua è rinascita, è comunione di Pace (Colomba), è rispetto della vita (uovo), è Luce di resurrezione.
E allora? Allora preferiamo cibo figlio della non violenza. Siamo già in tantissimi, grazie a Dio, a favorire abitudini alimentari più consapevoli.
Auspico chiese più autorevoli in materia di significato della vita. Sogno di preti, cohanim, presbiteri e pastori che esortino al rispetto della vita animale, al benessere animale. Le tradizioni religiose stiano lontane dalle stragi di agnelli, perché, come abbiamo visto, la Pasqua, quella con la Pmaiuscola, non c’entra nulla con la strage di agnelli.
Vinca l’amore
paolobattaglialaterraborgese