Home Cinema “Terrifier 3”: tanto hype per un film horror banalmente splatter

“Terrifier 3”: tanto hype per un film horror banalmente splatter

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RECENSIONE – Innumerevoli classifiche hanno decantato “Terrifier 3” come pellicola meritevole di essere annoverata tra i film horror più spaventosi degli ultimi anni. Come ciò sia possibile è un grandissimo mistero. Sono forse ancora più umili i termini di paragone? “Terrifier 3” è prima di tutto un prodotto molto commerciale, anche nella sua categoria. Nelle sale cinema da ieri 7 novembre, è stato distribuito in anteprima anche la sera di Halloween per abbracciare il clima della festa. Il film è il terzo capitolo di una saga che conteggia in realtà anche un prequel, “All Hallows’ Eve” (2013). Fin dal primo lungometraggio, la storia del suo sadico killer vestito da pagliaccio è diventato un piccolo cult di nicchia. Tuttavia, con l’aumento progressivo della popolarità di Terrifier, il budget a disposizione per la produzione è aumentato di volta in volta.

L’hype per l’uscita di questo film era dunque alle stelle. Il regista Damien Leone ha scritto, diretto, co-prodotto e montato “Terrifier 3” come i capitoli precedenti. Il reparto trucco per creare scene di sangue ha svolto un lavoro con i fiocchi. Tuttavia la pellicola di suo resta un lavoro abbastanza mediocre nell’insieme. Tutte le aspettative del pubblico sono sorrette da scene di per sé non paurose, ma soltanto raccapriccianti. Brutali senza censure in termini di violenza, squartamenti e torture. “Terrifier 3” non è un vero horror che tormenta la psicologia dello spettatore solleticando le sue paure e i suoi demoni interiori. È banalmente un film splatter.

Tra un mattatoio e l’altro il film perde ulteriormente consistenza. Diventa addirittura noioso. La sceneggiatura non è costruita in maniera coinvolgente. Molte scene sembrano inserite per allungare il brodo. I personaggi non hanno spessore psicologico. Alcuni non hanno nemmeno ragione di esistere se non per essere vittime. I dialoghi sono scontati.

In ultimo, nel disperato tentativo di terrorizzare lo spettatore a ogni costo, gli autori hanno optato per un miscuglio di elementi e soluzioni horror il cui mix non crea la miscela perfetta. Il risultato raggiunto è l’opposto: più niente fa realmente paura. Nella trama troviamo killer vestiti da pagliaccio, demoni, blasfemie e riferimenti alla cultura cristiana, soprannaturale e motoseghe. “Less is more”, meno è meglio: è forse questa la regola che Damien Leone farebbe bene a tenere a mente per il prossimo quarto film della saga.

Di Valentina Mazzella

 

 

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