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Whirpool: Fim Cisl Campania, Giorgetti riconvochi tavoli di crisi

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Ph. Fabio Sasso/ F.P.A.

Apetino (Cisl) :”In Campania ogni posto di lavoro è un presidio di legalita’. I lavoratori non chiedono soluzioni assistenziali, ma lavoro che garantisca reddito e dignità per il futuro”

Sul tavolo del neo ministro dello svliluppo economico, Giancarlo Giorgetti, vi sono dossier di crisi aziendali di difficile soluzione. E’ il caso della Whirpool di Napoli che, attende una soluzione da anni e che entro il 31 marzo vedra’ la cessazione della cig per i 357 dipendenti e l’ormai defintivo licenziamento.

“Ora il ministro Giorgetti riconvochi i tavoli di crisi al Mise, a partire da Whirpool Napoli”. A chiederlo e’ il segretario generale Fim Cisl Campania Raffaele Apetino, che in una nota spiega: “Come Fim Cisl Campania non giudichiamo mai i ministri dal cognome che portano ma sempre dall’operato e dal lavoro che svolgono e auspichiamo per il bene dei lavoratori e delle lavoratrici che il ministro Giorgetti sia totalmente in discontinuita’ con i responsabili del Dicastero che l’hanno preceduto, visto ad oggi che nessun tavolo di crisi delle aziende metalmeccaniche campane ha trovato una soluzione positiva”.

E insiste: “Non c’e’ un minuto da perdere e, subito dopo il giuramento davanti al Capo dello Stato, ci aspettiamo che il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti e il ministro del Lavoro Orlando convochino subito un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per affrontare le vertenze industriali al fine di trovare una soluzione per i metalmeccanici della Campania, a partire dalla Whirpool di Napoli i cui lavoratori vedranno scadere definitivamente gli ammortizzatori sociali il 31 Marzo 2021 con lo spettro annunciato dei licenziamenti dalla multinazionale americana”.

Apetino ricorda quindi: “Whirpool di Napoli con 357 dipendenti, Caserta con 250 dipendenti, Dema con oltre 500 dipendenti, Irisbus con oltre 300 dipendenti, Ids con piu’ di 100 dipendenti a cui aggiungere l’indotto che da’ lavoro ad altre 1.500 lavoratori sono solo alcune delle mine sociali dislocate in Campania che rischiano di scoppiare in breve tempo. Abbiamo quantificato – continua – tra i 40 mila e i 59 mila lavoratori del settore metalmeccanico soprattutto delle piccole e medie aziende, dal settore automotive al settore aerospazio fino al settore ferroviario, che per effetto della crisi industriale acutizzata dalla pandemia, rischiano di perdere il posto di lavoro se il governo non mette al centro della sua agenda di governo la difesa del tessuto industriale al Sud, a partire da quello campano”. In Campania, continua nel ragionamento, “ogni posto di lavoro e’ un presidio di legalita’ e i lavoratori ed il sindacato tutto non chiedono alle istituzioni soluzioni assistenziali ma una continuita’ lavorativa industriale che garantisca reddito e dignita’ per il futuro”. Conclude il segretario generale Fim Cisl Campania: “Siamo fiduciosi nel lavoro che il Presidente del Consiglio Draghi vorra’ portare avanti ma e’ altrettanto chiaro che non permetteremo altre perdite di tempo perche’ non possono essere sempre i lavoratori a pagare il prezzo dell’incompetenza della politica”.

 

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