Giubileo dei Giovani, le polemiche e le bugie raccontate sui pellegrini

Foto di Valentina Mazzella.

ROMA – È terminato domenica il Giubileo dei Giovani che si è svolto a Roma dal 28 luglio al 3 agosto 2025. Un momento di gioia e speranza purtroppo inquinato in questi giorni dalle polemiche e dalle calunnie di quanti hanno visto nell’evento solo aspetti negativi. È il vento dell’intolleranza anticlericale che spesso soffia non solo per evidenziare le contraddizioni che nella Chiesa esistono – è legittimo -, ma anche per infangare con falsità quello che di bello c’è.

Innanzitutto molti cittadini romani si sono lamentati profondamente della stessa presenza dei pellegrini. Hanno odiato la loro allegria e la loro spensieratezza. Hanno chiamato inciviltà i canti e i balli nei luoghi pubblici. Senza considerare che in nessun’altra iniziativa internazionale è possibile vedere ragazzi con bandiere di Paesi in guerra tra loro abbracciarsi ed esultare insieme. Non hanno nemmeno considerato l’apporto positivo che il Giubileo ha offerto alla capitale. Ad esempio tutti i turisti arrivati dall’estero appositamente per quella baraonda di ragazzi tanto criticati oppure i lavori di manutenzione pubblica terminati in tempo affinché Roma non sfigurasse davanti agli occhi del mondo. 

Molte informazioni e accuse false sono state messe in circolazione, accompagnate da contenuti audiovisivi decontestualizzati. Ad esempio molti hanno mentito dicendo che i pellegrini del Papa non obliterassero il biglietto, mostrando video in cui code di ragazzi corrono in fila indiana prima che il tornello della stazione si chiuda. La verità è che tutti i pellegrini del Giubileo erano dotati di pass per i pasti e per i trasporti. Letteralmente avevano un abbonamento pagato prima della partenza e valido per treni, metro e bus. Spesso non hanno obliterato una alla volta solo per risparmiare sulle tempistiche.

Discorso analogo per il cibo. È stato lasciato intendere che nel weekend, presso Tor Vergata, “il Vaticano abbia regalato pacchi alimentari gratuiti ai pellegrini” invece di donarli magari ai poveri della Caritas. Aggiungendo inoltre che i Giovani del Giubileo, sporchi e maleducati, abbiano lasciato infine tutti gli spazi sudici sprecando molto cibo. Bene, falso. Innanzitutto, anche in questo caso, va specificato che le scatole con colazione, pranzo e cena distribuite a Tor Vergata erano state pagate dai Giovani. Esattamente come tutto il resto perché incluse anch’esse nel famoso “kit del pellegrino”.

Foto di Valentina Mazzella.

Per quanto riguarda l’immondizia, perché non viene raccontato il modo in cui il Comune di Roma ha lasciato i Giovani accampati all’aperto senza punti di raccolta della spazzatura e addetti alla pulizia? Perché non si parla delle condizioni igieniche inadeguate dei bagni chimici di Tor Vergata con cui i ragazzi sono stati accolti? Dell’acqua segnalata come potabile, ma contenente una percentuale di cloro troppo alta? Non pochi i ragazzi che si sono sentiti male dopo averne bevuto per due giorni. La spazzatura è stata raccolta e accatastata “alla meno peggio” in dei punti al termine del weekend.

A proposito degli sprechi, gli stessi pellegrini si sono mobilitati per evitarli. Quando potevano donavano pasti ai senzatetto e anche in quei casi sono stati criticati perché in quel modo incentivavano i poveri a restare per strada. Inoltre ieri la stessa Caritas si è premurata di raccogliere il cibo ancora confezionato e in condizione inalterate per distribuirlo tra i bisognosi.

Insomma, Abramo Lincoln diceva: “Se cerchi il male nelle persone aspettandoti di trovarlo, sicuramente lo troverai”. Ecco, è avvenuto esattamente questo. Nessuno che evidenzia piuttosto come un milione di giovani provenienti da tutto il mondo si siano incontrati nello stesso posto senza che nessun incidente spiacevole si sia verificato. Si parla sempre ingiustamente male delle nuove generazioni.

Invece il Giubileo ha mostrato a tutti come le differenze culturali o le barriere linguistiche siano limiti solo nella nostra testa, se condividiamo gli stessi valori umani. Abbracciare l’umanità, costruire la pace e vivere nella solidarietà è possibile. È questo il messaggio di speranza che Papa Leone XIV ha chiesto ai suoi pellegrini di diffondere nel mondo: “Andate fino ai confini della Terra. Ci vediamo a Seul nel 2027”.

Di Valentina Mazzella 

 

 

 

 

 

 

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