Grazie Cholito, leader silenzioso ma sempre disponibile e pronto a dare tutto

Si chiude una parentesi. Una parentesi vera, emozionante, intensa, imperfetta.

Giovanni Simeone lascia Napoli dopo due stagioni che non si possono raccontare solo con i numeri. Non sempre al centro della scena, ma presente nei momenti in cui bisognava esserci.

Gol pesanti, da subentrato, da uomo che non ha bisogno di volume per lasciare impronte.

Cremonese, Roma, San Siro: tappe di una stagione che ha fatto storia, e nella quale il suo nome compare in grassetto anche senza titoli in copertina.

Poi c’è la Champions. Il debutto. Il gol. Le lacrime. Il tatuaggio baciato come una promessa mantenuta a se stesso.

Un’immagine che dice più di mille parole. Ma non è tutto luce. Perché ogni storia ha anche quello che poteva essere: occasioni mancate, attimi sbagliati, porte rimaste chiuse.

In questa stagione, il Cholito ha bussato meno forte. Ma non è mai uscito dalla scena con leggerezza.

Simeone è stato parte di questa città anche quando il campo lo vedeva meno. Mai una parola fuori posto, mai una smorfia, mai un gesto da comprimario frustrato.

Il suo legame con Napoli non era di facciata: lo si vedeva nei dettagli, nel modo in cui entrava in campo, nel modo in cui festeggiava i gol degli altri, nel rispetto che ha avuto per la maglia anche da riserva di lusso.

C’è chi lascia ricordi. E chi lascia impronte indelebili al di là dei gol.

E il Cholito lo ha dimostrato.

Buon viaggio campione e divertiti a Torino.

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