Calabria: la rinascita dell’antica Enotria

C’era un tempo in cui la Calabria del vino restava in ombra, schiacciata dai cliché e da una produzione destinata più alla quantità che alla qualità. Oggi, invece, soffia un vento nuovo tra i filari che guardano il mare e le vigne arrampicate sulle colline: un vento di rinascita che porta con sè nuove storie di passione e territorio, che profuma di terra rossa e brezza marina. Giovani vignaioli e storiche cantine hanno scelto di investire in identità, territorio e ricerca, dando vita a un’autentica rinascita enologica. È un fermento culturale e produttivo che da diversi anni sta portando la regione a un nuovo livello di riconoscimento nazionale e internazionale. Questa nuova stagione si nutre della valorizzazione dei vitigni autoctoni (Gaglioppo, Greco nero, Greco bianco, Magliocco, Pecorello, Mantonico, Greco di Bianco, Nocera e molti altri), della crescita di nuove aziende e di quell’innovazione capace di coniugare tradizione millenaria e moderne esigenze di mercato.

Radici antiche
La viticoltura in Calabria ha origini antichissime, con circa 200 vitigni autoctoni, la regione vanta il più ricco patrimonio ampelografico d’Italia. Già le civiltà preesistenti coltivavano la vite in forme rudimentali, quando, nel 744 a.C., i Greci approdarono sulle coste calabresi introducendo una viticoltura più evoluta, riconobbero in questa terra un territorio fertile, tanto da chiamarla Enotria (Oinotròi): la terra del vino.

Una nuova visione
Oggi la Calabria vive un vero e proprio rinascimento enologico: non solo numeri in crescita, ma una profonda trasformazione culturale e identitaria. Non è più una questione di ettari coltivati o di etichette premiate: è la forza di una nuova generazione che ha saputo riscoprire il territorio, valorizzarne la biodiversità e rafforzare il legame con la terra. Se fino a pochi anni fa, il Cirò era quasi l’unico nome a cui si pensava parlando di vino calabrese, oggi è l’intera regione a vivere una fase di rinascita. Il futuro appare luminoso, con un’offerta enologica straordinaria, orientata a qualità, biodiversità e sostenibilità. Qui si riscoprono vitigni antichi, si custodiscono segreti tramandati da generazioni. È una rinascita silenziosa ma potente: un canto lento e radicato, che celebra la bellezza del territorio e la forza di chi crede nel vino come in una forma d’arte. Degustare la Calabria oggi significa assaporare un territorio fiero e vibrante, capace di stupire chiunque decida di scoprirlo. Non più solo una promessa, ma una realtà che racconta di eleganza, carattere e orgoglio mediterraneo.

Camminare tra i filari
Passeggiare tra le vigne calabresi significa sentire il sole sulla pelle, il vento carico di profumi mediterranei e la terra ancora umida. Ogni grappolo racconta la storia di mani esperte, di cantine che mescolano memoria e innovazione, di degustazioni che trasformano un sorso in esperienza sensoriale. Nei bicchieri, il mare si riflette nelle note minerali, negli agrumi e nei frutti rossi; nel silenzio delle vigne, si percepisce la determinazione di chi vuole far conoscere il volto autentico di questa terra.

Cirò e l’eredità del Gaglioppo
A Cirò, patria del Gaglioppo, il vino è tradizione millenaria. L’Azienda Agricola Biologica Santa Venere incarna questo legame con la terra. La tenuta, di proprietà della famiglia Scala dal 1600, si estende per 150 ettari tra colline e campagne che degradano verso il mare. Negli anni ’60 Federico Scala fondò il centro aziendale che prese il nome dal torrente Santa Venere. Oggi i vigneti, 25 ettari a mezzo chilometro dal mar Ionio, sono coltivati a cordone speronato, con impianti che spaziano da giovani vigne di 6 anni ad alberelli di oltre 40. La filosofia produttiva è rigorosamente naturale: niente sostanze chimiche di sintesi, solo metodi che rispettano suolo e biodiversità. La certificazione Valoritalia in etichetta su ogni bottiglia attesta questo impegno.
• Frankye Go Bianco Sparkling Santa Venere, è uno spumante metodo classico a rifermentazione naturale in bottiglia col fondo. Un’etichetta non convenzionale, ottenuta da Gaglioppo 100% con macerazione di un’ora sulle bucce e rifermentazione in bottiglia (presa di spuma di 8 mesi). Un calice giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli, un naso delicato con profumi di agrumi, frutta tropicale e fiori bianchi. Un sorso fine, armonico, con piacevole acidità e lunga persistenza aromatica.

Bisignano e la giovane anima dei vini cosentini
Nell’entroterra cosentino, tra le colline assolate di Bisignano, nasce la giovane Azienda Agricola Siciliano, sulle ultime propaggini della Sila Greca a dominio della valle del Crati. Qui su suoli sabbiosi di origine granitica, a 400 metri sul livello del mare, si coltivano vitigni autoctoni come Magliocco Dolce e Pecorello, utilizzati per produrre vini che esprimono pienamente l’essenza del terroir, dove combinazione di altitudine e clima favorevole conferiscono freschezza e complessità uniche. Ogni grappolo racchiude la luce, il vento e la memoria di generazioni. È un racconto di famiglia, di terra e di passione, dove i gesti restano quelli di sempre nel silenzio delle vigne: mani che raccolgono, occhi che osservano, cuori che attendono. Le etichette Pitelia, Alboris e Lumina non sono semplici vini, ma emozioni liquide che esprimono nobiltà, freschezza e luce. Vini che raccontano la ricchezza genetica e sensoriale della viticoltura calabra.
• Rosato Lumina Azienda Agricola Siciliano è ottenuto da Magliocco Dolce 100% allevato a cordone speronato. Vinificazione in purezza con pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata in acciaio inox. Il suo nomeLumina” in latino richiama la luce, simbolo di brillantezza e del carattere vivace di questo vino rosato. Un calice di un intenso rosa chiaretto. Al naso rapisce con profumi vibranti tra note floreali e frutta rossa matura. Un sorso elegante e fresco, con acidità moderata e tannini delicati, sensazioni fruttate e floreali confermano l’olfatto, in equilibrio tra leggerezza e piacevolezza, di buona persistenza con un finale sapido e lungo.

Tra le vigne ai piedi del Pollino
Spiriti Ebbri è il nome di una cantina giovane e innovativa, nata dalla goliardica passione per il vino di tre amici, Pierpaolo Greco, Damiano Mele e Michele Scrivano, i quali definendosi simpaticamente come “sporchi di terra” hanno trasformato questa passione in un’attività produttiva vera e propria ottenendo velocemente l’approvazione della critica e del pubblico. La loro filosofia è quella di fare vino senza l’uso di prodotti chimici, lieviti selezionati o additivi e l’impostazione del lavoro in vigna è vicina ai princìpi dell’agricoltura biodinamica. Oggi producono a partire da uve coltivate direttamente da loro ma anche da altri viticoltori fidati di alcune delle zone più vocate della regione.
Le vigne della cantina Spiriti Ebbri si estendono nella campagna cosentina, a ridosso del Parco Nazionale del Pollino, nelle località Lappano, Mottafollone e Frascineto. Qui trovano posto vecchie viti a piede franco, radicate su terreni sabbiosi, dalla resa produttiva che non supera mai i 50 quintali per ettaro, nell’assoluto rispetto delle pratiche più tradizionali: nessuna aggiunta di lieviti selezionati o additivi, a parte minime quantità di solfiti. I vini Spiriti Ebbri nascono esclusivamente da vitigni autoctoni del territorio: Magliocco, Gaglioppo, Greco, Mantonico e Pecorello. Sono fatti come si faceva una volta, senza consulenze enologiche e senza aggiunta di prodotti chimici, conservando infatti una loro rustica e verace espessività.
• Cotidie Calabria Rosato Spiriti Ebbri, è ottenuto da uve Magliocco Dolce e Canino, Gaglioppo, Greco Nero, Merlot e Syrah. Vinificato con diraspa-pigiatura meccanica, con breve macerazione sulle bucce 1/3ore. Pressatura soffice con torchio tradizionale verticale. Il suo affinamento avviene in acciaio per circa 7 mesi. Fermentazione malolattica ed è filtrato senza uso di filtro sterile. Un calice di un luminoso rosa cerasuolo intenso. Al naso sentori lievi di fiori, aromi più evidenti di frutta rossa: ciliegie rosse, ribes, melograno e un tocco mentolato. Un sorso pieno e gradevole, coerente al naso e variegato; fresco e sapido con un equilibrio nel quale la morbidezza sa ritagliarsi un suo spazio in un finale lungo e persistente.

Queste realtà, insieme a molte altre, sono testimoni di una regione che riscopre e valorizza le proprie radici, offrendo al mondo vini che raccontano storie di identità, territorio e memoria.

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