ATTUALITÀ – Per domani, lunedì 22 settembre, è stato indetto uno sciopero generale nazionale in solidarietà con il popolo palestinese. Lo slogan sarà “Palestina libera – Stop al genocidio a Gaza”. La mobilitazione, promossa da collettivi studenteschi, sindacati di base, diverse realtà politiche, sociali e associazioni solidali, ha lo scopo di denunciare l’ormai insostenibile situazione vissuta nella Striscia di Gaza. Si chiede un immediato cessate il fuoco, la fine dell’occupazione israeliana e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Lo sciopero riguarderà scuole, università, trasporti, logistica, servizi pubblici e privati.
Hanno aderito allo sciopero sigle sindacali come USB, Cobas, S.I. Cobas, Unicobas, numerosi collettivi universitari e molteplici realtà del mondo della cultura. Sono previste manifestazioni, presìdi e cortei in decine di città italiane tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze e Palermo. In alcuni atenei, gli studenti hanno annunciato blocchi e assemblee autogestite. Molti lavoratori del settore della logistica e dei trasporti hanno dichiarato che incroceranno le braccia. Sono inoltre previste possibili interruzioni e disservizi nelle principali città, in particolare nei trasporti locali e nelle consegne.
Perché si sciopera? La decisione di fermare tutto per un giorno nasce in risposta all’escalation militare che da mesi devasta la Striscia di Gaza. La gente è stanca di guardare quotidianamente immagini di morti, feriti e macerie sul web. Le vittime civili hanno superato cifre drammatiche. Buona parte sono donne e bambini. L’indignazione internazionale cresce, ma l’Italia e l’Unione Europea continuano a mantenere rapporti diplomatici, militari ed economici con Israele. Non cercano di esercitare alcuna reale pressione per fermare il massacro.
Non è più possibile restare in silenzio mentre si consuma un crimine contro l’umanità sotto gli occhi di tutti. Come si è espresso spesso in tal proposito il Professor Alessandro Barbero, le generazioni future studieranno sui libri di storia quanto sta avvenendo e chiederanno cosa abbiamo fatto noi nel frattempo. Quel giorno non potremo mentire e dire di non sapere.
Di Valentina Mazzella

