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“Blonde” di Andrew Dominik: il disturbante film su Marilyn Monroe che (forse) non sarebbe piaciuto a Marilyn

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RECENSIONE – È giusto raccontare la vita di un personaggio storico realmente esistito inventando fatti e stravolgendone altri? È corretto farlo soprattutto umiliando e macchiando – in un certo senso – la memoria di una persona che non c’è più e non può pertanto difendersi? Sono le domande che frullano nella testa dopo aver visto “Blonde” di Andrew Dominik, l’ultimo film sull’iconica Marilyn Monroe che ha fatto tanto discutere di sé negli ultimi mesi. Si tratta di una produzione “Plan B Entertainment” distribuita dal 16 settembre 2022 su Netflix e al momento reperibile sulla medesima nota piattaforma di streaming on demand.

Foto della vera Marilyn Monroe.

L’opera è impeccabile sotto il profilo tecnico. Non a caso ha riscosso un successo strepitoso alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ricevendo addirittura una standing ovation di ben quattordici minuti. La regia, il montaggio, la fotografia e l’estetica in generale dell’opera sono eccezionali. Diverse sono le scelte filmiche sperimentali, di quelle che potrebbero anche apparire troppo concettuali e snob a chi non vi è abituato. La più evidente è senz’altro l’alternanza di alcune scene a colori ad altre in bianco e nero. Le prime riservate a Norma Jeane e le seconde a Marilyn: l’aspetto cromatico diventa così un mezzo per evidenziare la dicotomia interiore della protagonista.

L’attrice Ana De Armas a Venezia, dal suo profilo Instagram ufficiale (@ana_d_armas).

Le inquadrature e le sequenze sono notevoli, quanto l’attenzione per i dettagli. Il settore che si è occupato del make-up e delle acconciature ha fatto un lavoro pregevole. Lo stesso si può dire per i costumi. L’interpretazione dell’attrice cubana (naturalizzata spagnola) Ana de Armas è lodevole. All’occhio meno esperto, nel film riesce visivamente a ricordare tantissimo la star hollywoodiana. Spiace che nel doppiaggio originale alcuni lamentano un accento ancora un po’ troppo sudamericano nella pronuncia delle sue battute.

Dal film “Blonde”.

In ogni caso le perplessità evocate da “Blonde” riguardano la sua trama che non è ispirata ai fatti reali. La sceneggiatura è, infatti, basata sull’omonimo romanzo del 1999 di Joyce Carol Oates in cui parti della vita di Marilyn Monroe sono narrate in maniera libera. Per la precisione molti episodi non hanno riscontro nella realtà storica. La questione è stata sollevata da una parte della critica che non ha apprezzato questo aspetto. Marilyn Monroe del resto è notoriamente un personaggio molto amato. Nella sua carriera di attrice ha avuto degli alti e bassi e nella vita di chiunque, indubbiamente, ci sono delle ombre. Tuttavia Marilyn è una figura cult che è entrata nei cuori delle persone perché – è risaputo – fu anche una donna molto fragile.

È di dominio pubblico la sua infanzia difficile e triste durante la quale fu sballottata a destra e a manca a causa di diversi affidamenti. I suoi amori finiti male sono stati a lungo al centro di innumerevoli gossip. Non sempre le riviste la mettevano un buona luce. I problemi psicologici che l’hanno condotta al terribile suicidio nel 1962 hanno contribuito a condividere di lei, nell’immaginario collettivo, l’immagine di una debolezza umana nei cui confronti è impossibile non provare tenerezza compassionevole. Ebbene, “Blonde” non è un biopic: la pellicola non desidera raccontare la biografia dell’attrice in maniera fedele. Certo, racconta i punti salienti summenzionati, ma inserisce anche eventi senza fonte storica a sostegno.

“Blonde” (2022), dal profilo Instagram ufficiale di Ana De Armas (@ana_d_armas).

Ad esempio il film omette del tutto il primo matrimonio di Norma Jeane con il suo vicino di casa Jim Dougherty, quando lei aveva 16 anni e lui 21. Furono nozze – in un certo senso – combinate dalla famiglia da cui era all’epoca la ragazza era in affidamento: Norma Jeane accettò perché l’alternativa sarebbe stata tornare in orfanotrofio. Per il resto, invece, non è per nulla accreditata la relazione a tre di Marilyn Monroe con Cass Chaplin Jr. (Xavier Samuel) ed Eddy G. Robinson Junior (Evan Williams). Storicamente l’attrice avrebbe avuto una relazione con entrambi – almeno così dichiaravano i giornali dell’epoca e alcuni documenti di Cass Chaplin stesso -, tuttavia separatamente. In due momenti diversi. Nessun triangolo poliamoroso.

Foto della vera Marilyn Monroe.

Falsa anche la storia secondo cui Marilyn avrebbe ricevuto, durante la sua carriera, delle lettere segrete da parte del padre ignoto. E di conseguenza altrettanto falsa la scoperta che si trattasse di uno spregevole scherzo opera di Cass Chaplin J. che, per amor di cronaca, è addirittura morto nel 1968. Ergo anni dopo il suicidio di Marylin, non prima. Di vero c’è solo il fatto che effettivamente Norma Jeane non abbia mai conosciuto suo padre. Abbastanza veritiera, al contrario, appare la rappresentazione dei matrimoni con Joe Di Maggio (Bobby Cannavale) e con il drammaturgo Arthur Miller (Adrien Brody). È realtà purtroppo anche l’aneddoto in cui Marilyn fu ricattata con delle foto di nudo scattate in gioventù. Tuttavia il ricattatore, anche questa volta, non fu assolutamente Cass Chaplin Junior.

“Blonde” (2022), dal profilo Instagram ufficiale di Ana De Armas (@ana_d_armas).

Le vicende legate agli aborti potremmo collocarle in una zona grigia. È vero che la povera Marilyn ebbe degli aborti spontanei, soprattutto quelli narrati nel film con suo marito Miller. Alcune voci sostengono che l’attrice abbia avuto altri aborti in circostanze diverse. Magari in questo caso “Blonde” romanza le dinamiche, ma rende l’idea del dramma che Marilyn attraversò. Piuttosto non è piaciuto il modo in cui nel film vengono raccontati degli abusi sessuali che Norma Jeane avrebbe subito da degli imprenditori del cinema per avviare la sua carriera. Non se ne hanno prove, non ci furono mai voci in merito. Era sicuramente un’epoca diversa da quella di oggi in cui la denuncia di certe violenze era ancora un tabù. Non esisteva ancora il Movimento Me Too. Però è di fondo meschino lasciare intendere che Marilyn Monroe sia riuscita a ottenere inizialmente dei ruoli semplicemente attraverso il sesso.

È meschino soprattutto perché nella realtà storica Marilyn Monroe soffrì davvero molto per la critica cinematografica del tempo che a lungo continuò a etichettarla come “una bella senza talento”, un’attrice che riusciva ad accaparrarsi i ruoli unicamente per il suo corpo. Per Marilyn fu un drammatico tasto dolente, nonché la ragione per cui desiderò studiare recitazione durante la storia d’amore con Miller. Altrettanto brutale la scena di “Blonde” in cui la Monroe incontra il Presidente (presumibilmente John Kennedy, qui Caspar Philipson) unicamente per praticargli del sesso orale. Sulla loro relazione ci sono ancora oggi tanti interrogativi. Altrettanti circa la storia che legò successivamente la stessa Marilyn al fratello di lui, Robert Kennedy. Non è possibile sostenere con fermezza che fossero rapporti esclusivamente carnali come viene mostrato. Ciononostante, con quell’unica scena, ancora una volta la pellicola riduce la Monroe a un corpo e basta escludendo per lei e la sua vita altre possibilità.

“Blonde” (2022), dal profilo Instagram ufficiale di Ana De Armas (@ana_d_armas).

Non sorprende scoprire che “Blonde” ha sollevato in merito non poche polemiche. Oltre alla censura per i minori di 17 anni a causa della presenza di contenuti sessuali e violenti, il film ha ricevuto anche diverse accuse di sessismo. Durante in un’intervista con l’ANSA il regista ha risposto a tal proposito dichiarando: “Il film è finzione e tutto è visto dal punto di vista di quello che noi pensiamo lei abbia provato. Un affronto agli americani? Questo film non vuole essere giusto o equo con qualcuno, vuole metterci in connessione con lei e i suoi sentimenti”.

Cosa commentare? “Blonde” è certamente un film drammatico. Racconta egregiamente la sofferenza interiore di un’artista tormentata, divisa tra la sua identità nel privato e la maschera assegnata a lei da altri che l’ha resa un mito. Da una parte la persona Norma Jeane: insicura, sola, fragile e assetata di amore. Dall’altra il suo personaggio, la celeberrima Marilyn Monroe come tutti la conoscevano: irraggiungibile star del cinema, icona sexy ancora a distanza di generazioni. “Blonde” però è anche un film che inconsciamente si compiace visibilmente di questo dolore. Una pellicola disturbante in alcune scene, cruda e forse crudele nel suo ricostruire lo stereotipo di una Marilyn solo corpo, sesso e patimento. Racconta le tribolazioni dell’attrice, ma ne conferma anche i luoghi comuni inventando fatti non verificati. Il quesito è semplice: il film sarebbe piaciuto a Marilyn?

Di Valentina Mazzella

 

 

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