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BREXIT, vince il “Leave” con il 52%. La Gran Bretagna dice addio all’Unione Europa e Cameron si dimette

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GRAN BRETAGNA“Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro Paese. È l’alba di un Regno Unito indipendente”: sono le parole rilasciate dal leader euroscettico dell’Ukip Nigel Farage prima dei risultati, quando tuttavia era già fiducioso nella vittoria del “Leave”. Ha poi aggiunto: “È arrivato il momento di liberarci da Bruxelles”. E così è stato.

Oggi i risultati del Referendum che ieri si è tenuto in Gran Bretagna, il Brexit di cui in questi giorni si è tanto discusso: il Leave vince con il 51,9% contro il 48,1% del Remain. Esiti che hanno lasciato tutta l’Unione Europea sotto choc questa mattina. E non solo.

A quanto pare oltre un milione di voti che hanno fatto la differenza provengono dal Galles e dall’Inghilterra rurale del Nord. Stupite sono le metropoli a partire dalla multiculturale Londra.

L’Irlanda del Nord e la Scozia protestano. Non sono per niente d’accordo. Non vogliono uscire dall’Europa. Il leader scozzese Nicola Sturgeon propone in futuro la possibilità di un nuovo referendum perché crede in una ‘Edimburgo città europea’.

brexitCosì, frattanto che Boris Johnson e Nigel Farage parlano di Independence day e di una raggiunta “vittoria della gente normale”, David Cameron ha dato le dimissioni. Poco importa che prima del referendum avesse rilasciato che non si sarebbe lasciato condizionare dagli esiti. Oggi spiega che un nuovo Primo Ministro verrà eletto in ottobre e che la GB al momento ha bisogno di un leader capace di contrattare con l’UE.

Ma di preciso adesso cosa accadrà? Dopo 43 anni all’interno dell’Unione Europea, a giorni Londra si appellerà all’articolo 50 del trattato di Lisbona (in base al quale uno Stato membro può notificare al Consiglio europeo la sua intenzione di separarsi dall’Unione raggiungendo un accordo di ritiro che sarà negoziato tra l’Unione europea e lo Stato) per avviare le pratiche che nel giro di due anni permetteranno alla GB di uscire per davvero dall’Unione.

Intanto Falange esulta, ma la sterlina è precipitata seduta istante a un valore di minimo storico. Se fino a ieri poteva vantare ancora il suo 1,50 rispetto al dollaro, oggi è scesa al 1,39. Numeri che risalgono al lontano 1985. Un picco così in discesa non si registrava dal 2008. Qualcuno addirittura fa paragoni col vecchio Venerdì Nero del 1992.

Francoforte e le borse internazionali preannunciano fin da subito la crisi. I potenziali strascichi sull’economia internazionale già allarmano aziende e multinazionali. Ciononostante altri Paesi al momento sembrano incoraggiati a seguire l’esempio della Gran Bretagna.

Guardsmen line the Mall for the annual Trooping the Colour ceremony in central LondonAnzi, sarà proprio l’esperimento del Regno Unito forse a decretare il futuro dell’esistenza della stessa Unione Europea. Qualora infatti la GB riuscisse a rialzarsi e ad andare avanti per la sua strada a testa alta, anche altri Stati potrebbero decidere di imitarla nella speranza di raggiungere lo stesso traguardo.

Eppure ‘non è tutto oro quel che luccica’. I vincitori del Brexit infervorano i Britannici dicendo loro che non c’è di che preoccuparsi: le imprese devono, certo, prepararsi a un periodo di transizione che le metterà alla prova senza aiuti governativi previsti. Tuttavia “assicurano” che il loro mercato a lungo andare non crollerà né subirà grossi cambiamenti. Ne siamo sicuri? Qui la grande sfida del Regno Unito.

È fattibile pensare che l’Unione si mobiliterà per osteggiare le negoziazioni con la Gran Bretagna, come del resto è giusto che sia. La Merkel non si scompone e spiega che tutto si vedrà al tavolo delle trattative non appena avrà inizio il processo di uscita dell’UK dall’UE. Ci vorrà un po’ il pugno duro per rifiutargli agevolazioni economiche di vario genere. L’Unione Europea non è dall’altra parte del mondo. I Britannici per forza di cose sono costretti a commerciare con noi. Se hanno scelto di non sottostare a Bruxelles, è legittimo che non abbiano sconti.

Dall’altro canto potrebbe anche verificarsi che l’UE si ammorbidisca con le altre Nazioni ancora membri per spegnere malumori ed evitare che ci siano altre richieste di abbandono nel giro di qualche anno. Tanto di guadagnato.

referendum-regno-unito-permanenza-unione-europea-23-giugno-2016-orig_mainIl Leave della Gran Bretagna non è solo una sconfitta per l’Unione Europea, la distruzione del sogno di un continente unito ambito fin dai tempi della Giovine Europa di Giuseppe Mazzini… Sicuramente non è da escludere che il 52% dei voti del Brexit sia stato influenzato anche dal delicato periodo storico che stiamo attraversando. Nell’era degli attacchi terroristici, ancora una volta ha vinto la paura. La Gran Bretagna non era ben disposta ad accogliere immigrati come disposto da Bruxelles per timore che fra profughi e rifugiati si nascondessero cellule di infiltrazioni terroristiche. In questo modo, per vie trasversali, l’Isis l’ha avuta vinta. È riuscito a minare da dentro la coesione del mondo occidentale.

Del resto potrà esserci chi avrà da obiettare che in fondo gli Inglesi non si siano mai sentiti veramente Europei. Sono sempre stati un po’ snob, soprattutto con la loro Sterlina a cui non hanno voluto rinunciare nonostante l’introduzione dell’Euro negli altri Stati. C’è però anche da far notare come la disfatta dell’UE non consista tanto nell’uscita della Gran Bretagna, ma nel fatto che dinnanzi a tale notizia si parli unicamente di economia e non di persone. Che l’Unione Europea reciti un mea culpa: effettivamente forma poco la coscienza identitaria e lo spirito di appartenenza dei suoi cittadini.

In ogni caso gli indipendentisti oggi festeggiano. Si sentono nazionalisti. In realtà appare tutto come un capriccio. La Gran Bretagna aspira a non sottostare alle condizioni di nessuno. Se riuscirà a restare a galla da sola ora, è tutto da scoprire. Soprattutto se sull’altro versante ci sarà un’Unione Europea risentita e rancorosa nei confronti di chi ha voluto fare “scompa” senza tener conto dell’impossibilità di fare a meno degli altri. “Botte piena e moglie ubriaca” non è facile da perseguire come obiettivo, ma a quanto pare la Gran Bretagna vuol tentare.

Di Valentina Mazzella

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