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“Califano”, l’inaspettato talento di Leo Gassman racconta egregiamente il Califfo uomo e artista

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RECENSIONE – Senza alcuna ombra di dubbio la più grande rivelazione che “Califano” ha regalato al pubblico è stato il talento di Leo Gassman alla sua primissima volta da attore. Se qualcuno nutriva ancora dei pregiudizi – comprensibili – dinnanzi all’ennesimo figlio d’arte spinto in avanti nel mondo dello spettacolo, l’interpretazione del giovane riesce con successo a dissipare dubbi e diffidenze. “Califano” è il nuovo film per la televisione trasmesso su Rai Uno lo scorso 11 febbraio e oggi ancora disponibile nel catalogo della piattaforma di RaiPlay. La regia è stata diretta da Alessandro Angelini. Il contenuto ha ricavato ispirazione dal libro “Senza manette” dello stesso  Franco Califano e Pierluigi Diaco.

Il prodotto racconta la vita del “Califfo” dai suoi esordi fino al 1986, senza trascurare nemmeno l’arresto del 1984. Per ammissione della medesima regia, il film non segue sempre un’attenta linearità nella trama. Alle volte la cronologia degli eventi non coincide con le date dei fatti storici. Alcuni argomenti vengono solo accennati e non approfonditi adeguatamente dalla storia. Si tratta di scelte non solo di natura stilistica, ma che rispondono anche all’esigenza di raccontare innumerevoli avvenimenti con un minutaggio limitato. Nonostante alcuni buchi di sceneggiatura, il montaggio può definirsi buono e capace di reggere lo sviluppo narrativo di questo biopic un po’ anticonvenzionale.

Il vero pilastro del film è, come anticipato, la performance di Leo Gassman che, inaspettatamente, dimostra sulla scena di reggere egregiamente il peso del suo cognome alla terza generazione. Veramente degna di nota anche l’interpretazione di Valeria Bono nei panni di una giovane Ornella Vanoni. Sicuramente quello offerto al pubblico è un Franco Califano meno scorretto e arrogante dell’originale. La sua biografia, assecondando l’intenzione di rendere omaggio alla sua memoria, si presta a sottolinearne dei tratti anche più profondi del dovuto.

Sebbene ecceda nel romanzarne alcuni aspetti, il film riesce ancora a ricostruire l’immagine divisa di un Franco uomo e un Califano artista e produttore. Un uomo amante delle donne, del sesso, della poesia e della musica. Un uomo dalla vita sregolata, con molti vizi e sempre alla ricerca ossessiva della libertà. Una persona dalla forte autostima, decisa e spavalda. Colui che scrisse testi per tanti cantanti, che scoprì i Ricchi e Poveri (perché “ricchi di idee e poveri di soldi”) e altri artisti. A sua volta interprete, ricordato in particolare per la celebre canzone “Tutto il resto è noia”. Un personaggio assolutamente sopra le righe e spesso al centro di polemiche e controversie. Ciononostante – che piaccia o meno – innegabilmente una delle figure di maggiore influenza nella produzioni musicale e nel mondo dello spettacolo del Novecento italiano.

Di Valentina Mazzella 

 

 

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