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“Carla”: il film omaggio all’ineguagliabile Fracci su Rai Uno

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Carla Fracci (a sinistra) e Alessandra Mastronardi (a destra) presso La Scala di Milano in occasione delle riprese del film "Carla" (2021).

RECENSIONE – L’omaggio cinematografico all’iconica e inarrivabile Carla Fracci – il biopic curato dalla regia di Emanuele Imbucci – è stato abbastanza elegante e leggiadro quanto la ballerina di cui si accinge a raccontare la vita? Una buona fetta della critica sostiene che il film “Carla” (2021) non sia stato all’altezza delle aspettative e non abbia reso giustizia alla genialità dell’artista. Sembrerebbe irremovibile, nonostante la produzione abbia ricevuto addirittura la benedizione della stessa Fracci in persona prima del suo addio avvenuto lo scorso maggio.

Scena del film.

L’opera è figlia di una co-produzione Rai Fiction-Anele, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia, il contributo del Comune di Orvieto e con il contributo del MIC- Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo. Il film è stato distribuito in anteprima nelle sale già dall’8 al 10 novembre 2021, ma ieri sera – 5 dicembre – è stato trasmesso su Rai Uno raggiungendo il grande pubblico a casa che – diversamente dalla critica – sembra di aver gradito molto di buon grado il prodotto. In particolar modo l’interpretazione di Alessandra Mastronardi nei panni della protagonista a cui era stato invece recriminato di non essere abbastanza a suo agio nel ruolo. Eppure sul piccolo schermo la Mastronardi è apparsa incredibilmente somigliante alla Fracci nell’estetica, nelle espressioni e nelle movenze. Sicuramente anche merito di un notevole lavoro dietro le quinte che ha investito su ottime scelte in materia di trucco, stile e costumi. Nello specifico anche grazie a una predilezione per i vestiti bianchi e candidi ricorrenti nelle apparizioni della mitica ètoile. Non essendo Alessandra Mastronardi una vera ballerina de La Scala, il montaggio ha optato per un collage di immagini nelle sequenze in cui Carla danza per non rivelare, ovviamente, che i piedi fossero in realtà quelli di una professionista. Non è mancato chi avrebbe preferito una ballerina-attrice, magari un volto nuovo, per esaltare di più in quelle scene la grandezza delle potenzialità della Fracci sulle punte, mostrando la figura per intero in maniera nitida.

Locandina del film “Carla” (2021).

La trama è liberamente ispirata dall’autobiografia intitolata “Passo dopo passo. La mia storia” pubblicata dalla Mondadori nel 2013. Si raccontano gli eventi non in ordine banalmente cronologico. Si mostra un presente in cui per sfida l’étoile ha solo cinque giorni a disposizione per imparare una coreografia e tornare sul palco dopo un anno di pausa dal parto. Il presente si alterna alle vicissitudini attraversate dalla figlia di un semplice tramviere, Carlina, per diventare la prima ballerina de La Scala di Milano, appunto Carla Fracci. Il teatro è stato una scenografia di valore molto frequente nel film. La narrazione è arricchita in realtà anche di personaggi inventati, come l’amica Ginevra Andegari. Ciononostante non disdegna di essere veritiera per tanti altri aspetti. Del resto la produzione si è avvalsa delle preziosissime consulenze della stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e di Luisa Graziadei. Non mancano anche filmati di repertorio degli archivi storici della Rai in cui compare una vera Carla giovanissima ballare. Rifacendosi al simbolismo della libellula, il film desiderava protendersi verso l’alto. Essere sempre in movimento, ma con fermezza ed eleganza.

Immagini della vera Carla Fracci.

“Carla” si rivela una visione godibile che restituisce agli spettatori l’immagine di un’artista instancabile, tenace, incredibilmente seria e dura con se stessa e il proprio lavoro. Un talento smisurato che “non si crogiola sugli allori” e si impegna per inseguire con forza la propria passione. Tuttavia viene anche evocato il ritratto di una ragazza umile di origini modeste che non è mai diventata arrogante. Il profilo di una donna legata ai suoi genitori, all’uomo di cui è innamorata e al suo sogno di maternità a cui non rinuncia e che rivendica senza esitazione come un diritto da conciliare con la carriera. Ma soprattutto ci regala il ricordo della ballerina per eccellenza per la quale danzare era in fin dei conti proprio come respirare: irrinunciabile.

Di Valentina Mazzella

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