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Caso Insigne? Ancelotti non fuga i dubbi ma il Napoli ha altri problemi.

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di Mario Civitaquale

Napoli Da una settimana a Napoli non si parla d’altro che del “caso Insigne”.

La sostituzione con l’Arsenal, condita dai fischi del San Paolo, la panchina per 90 minuti contro l’Atalanta nonostante lo svantaggio e, infine, l’assenza nella trasferta di Frosinone, non hanno fatto altro che fomentare voci su una paventata rottura tra il calciatore ed il Napoli.

E le parole di Carlo Ancelotti, prima del match in Ciociaria non dipanano le perplessità.

Prima infatti il tecnico dice, in merito allo scontro di domenica: Non ci sarà, ha provato questa settimana, ha ancora problemi a questo tendine dell’adduttore, sente fastidio. S’è allenato in maniera alternata, un problema che ha già da qualche tempo. Non è un problema serio, ma non gli permette di allenarsi al meglio e fare tutto quello che sa fare. L’unica strada è allenarsi bene, focalizzarsi sul lavoro, s’è allenato molto bene ma ha questo piccolo fastidio, ma lui sa già la strada, non c’è alcun caso, nessun problema. È dispiaciuto per i fischi, ma guarda avanti. Come si esce da questo periodo? Supportandolo, aiutandolo, mettendolo nelle condizioni ideali per farlo esprimere. Lui è maturo per capire la strada, l’unica, quella del lavoro. Mi dispiace che non può giocare, ha capito cosa fare e l’avrebbe dimostrato

Alla domanda sul mercato in uscita, Ancelotti ha però risposto:  Chi vuole andar via non lo tengo con la forza.

Magari il riferimento non era ad Insigne, magari era un discorso più ampio. Ma non risultano in casa Napoli altri big scontenti, almeno all’apparenza.

Fatto sta che parlare ancora del “caso Insigne” con un Napoli che ha vinto una sola volta nelle ultime sei partite è pleonastico.

Le ultime uscite degli azzurri hanno evidenziato che molti calciatori sono cedibili,  per limiti tecnici propri o per scarsa funzionalità al gioco di Ancelotti.

Anzi. A parte otto-nove elementi che sarebbe meglio tenere, per difficoltà di reperire caratteristiche simili o per potenziale da esprimere appieno, gli altri sono quantomeno sostituibili.

Perciò, considerato che al mercato mancano altri due mesi, che si pensi al campo per completare una stagione non fallimentare né trionfale. Ma da onorare.

 

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