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Centro La Pira, dal Cantico dei Cantici a Pascal: l’incontro a cura di Gaetano Pugliese

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POMIGLIANO D’ARCO – Sacro e profano, letteratura e spiritualità, vita e poesia. Tutto si intreccia negli eleganti versi del Cantico dei Cantici su cui il Centro Giorgio La Pira, ieri mercoledì 4 maggio, ha invitato il pubblico a soffermarsi. L’appuntamento, intitolato IGM DANZARE LA VITA: presentazione del Cantico dei Cantici “attirami dietro a te, corriamo”, è stato curato da Gaetano Pugliese e mediato da Caterina De Falco, presidente del Centro.

Il Cantico dei Cantici è un testo contenuto sia nella Bibbia ebraica che in quella cristiana. La sua stesura è datata tra il V e il III secolo a.C. e viene da tradizione attribuita a Salomone. Tuttavia le indagini filologiche non hanno dimostrato ancora l’identità dell’autore e non escludono l’influenza letteraria di poemi antecedenti e più antichi (probabilmente del X secolo a.C.). Si tratta in ogni caso dei testi più lirici e singolari delle Scritture in cui si racconta l’amore tra due innamorati ricorrendo anche a sfumature sensuali ed erotiche. La sacralità del Cantico non viene intaccata perché, secondo il canone cattolico, l’amore descritto nei versi ha origine divina (Ct 8,6: “Una fiamma di Dio/del Signore”).

Durante l’incontro il professor Pugliese ha messo in evidenza una delle interpretazioni più diffuse nel Cristianesimo. Il Cantico non celebra unicamente l’amore profano tra uomo e donna. I canti nuziali sono anche allegoria dell’amore del Creatore per il suo popolo e allo stesso tempo dell’amore tra Gesù e la Chiesa (la vera sposa di Cristo). Non a caso i mistici hanno spesso tratto ispirazione dal Cantico per aprirsi alla comunione con Dio, spiega il professor Pugliese.

Il dibattito si è arricchito di riflessioni filosofiche grazie alla menzione di Blaise Pascal: “Se l’amore esiste, esiste Dio” recita una sua osservazione. Potrebbe dunque essere enunciato anche il contrario: “Se esiste Dio, esiste l’amore”? L’altruismo, la solidarietà e la donazione di sé stessi al prossimo potrebbero essere delle impronte divine nell’essere umano? Quanto è lungo e tortuoso il percorso per “soddisfare la sete umana di Dio”? Quanto è inebriante allo stesso tempo bere dalla sua fonte? Sono i quesiti su cui la discussione ha meditato ieri, in linea con i valori laici di ispirazione cristiana e di impronta francescana promossi da sempre dal Centro Giorgio La Pira.

L’appuntamento si è concluso con l’ascolto della delicata canzone “La sua figura” (1993-1994) eseguita dalla voce di Giuni Russo e accompagnata dalla musica dell’impareggiabile Franco Battiato. Il testo si ispira alle opere di San Giovanni della Croce e fu inserito nell’album “Duets”. Un saluto musicale per celebrare l’amore, un amore che dovrebbe imparare a traboccare sul prossimo in tutte le sue forme: l’amore decantato dal Cantico dei Cantici.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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