Napoli – continua la proteste fuori al carcere di Poggioreale da parte dei familiari dei detenuti, dove ieri decine di detenuti sono saliti sui muri e hanno bruciato materassi chiedendo provvedimenti contro il rischio dei contagi dal Coronavirus all’interno della struttura.
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«Tensioni simili si è verificata anche negli istituti di detenzione di altre città», riferisce Aldo Di Giacomo, segretario del Sap, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. La rivolta è proseguita fino a sera, poi i reclusi sono rientrati nelle loro celle, mentre i familiari hanno proseguito a manifestare all’esterno del penitenziario.La protesta sarebbe scoppiata dopo l’annunciata sospensione dei colloqui per l’allerta Coronavirus, emulando quanto avvenuto ieri al carcere di Salerno.
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Gli agenti della polizia penitenziaria stanno tentando di domare la rivolta. Sul posto anche il questore Alessandro Giuliano, il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Canio La Gala e altre forze dell’ordine. «Questi avvenimenti sono il sintomo di un sistema al collasso – dichiarano il segretario regionale Sinappe Pasquale Gallo e il segretario nazionale Luigi Vargas – Da troppo tempo arrivano segnali parossistici che il Sinappe e gli altri sindacati hanno evidenziato ai vertici politici chiedendo un sostanziale aumento di risorse umane e mezzi onde poter ripristinare quel minimo di sicurezza indispensabile a chi opera a tutela della collettività, come gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Servono interventi urgenti non più rinviabili».