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DELITTO SIMEONE: I MISTERI DELL'OMICIDIO

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NAPOLI. Il presunto assassino, Antonio Raiano è stato arrestato, il movente che l’avrebbe spinto a commettere il brutale raid omicida è stato inquadrato nella mancata compravendita dell’abitazione delle vittime, i coniugi Luigi Simeone e Immacolata Assisi.
Il giallo della vicenda avvenuta in località Cava Monticelli, zona via Riparia, a Giugliano, presenta ancora dei punti troppo oscuri.
E’ debole il movente, Raiano avrebbe assassinato marito e moglie per non fare una brutta figura con la sua fidanzata, che sperava nell’acquisto di una nuova casa.
La trattativa di compravendita era in corso da un anno e solo il 13 marzo 2015, l’atto si era concluso in presenza del notaio, questi i particolari che emergono dall’ordinanza, Raiano aveva consegnato ai venditori 40mila euro in contanti ed altri 60mila con un versamento in assegni. I rimanenti 40mila euro sarebbero stati versati alla consegna delle chiavi.
Le indagini rivelano ancora retroscena che potrebbero portare a galla un’altra verità, sul taxi di Simeone, è stata ritrovata un’impronta del palmo di una mano appartenente ad una persona di sesso maschile incensurata.
Il fioraio ventisettenne avrebbe avuto dunque un potenziale complice nell’opera di duplice omicidio e poi a scaraventare i corpi lungo la scarpata, ipotesi avvalorata dal fatto che il giovane non era pratico della zona periferica della cittadina a nord di Napoli e che a suggerire il posto sia stato colui che poi avrebbe partecipato al raid.
Ancora da capire che fine abbia fatto la pistola semiautomatica con cui sono stati sparati i sette proiettili calibro 7.65 usati per uccidere i due cinquantenni.

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