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E’ MORTO CARMINE SCHIAVONE, l’ex numero uno dei Casalesi si pentì per la Terra dei Fuochi

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NAPOLI – Si è spento, nella sua abitazione nel Lazio, a 72 anni, Carmine Schiavone ex boss dei Casalesi. Un infarto lo avrebbe stroncato dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale per una caduta.

Di grande importanza le sue dichiarazioni sul traffico  e l’interramento di rifiuti tossici provenienti da tutt’Europa nella Terra dei fuochi. Carmine Schiavone cominciò a collaborare con la giustizia nel 1993.

Determinanti le sue deposizioni per l’arresto di 163 esponenti di spicco dei Casalesi, nell’ambito dell’operazione Spartacus. Furono allora, infatti, arrestati Francesco Schiavone detto Sandokan, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti, ritenuti la cupola del clan.

«La collaborazione di Schiavone fu fondamentale perché ha aperto uno squarcio sul sistema criminale dei Casalesi». Lo afferma il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, che nel 1993 raccolse le dichiarazioni di Schiavone e sostenne l’accusa nel maxi-processo «Spartacus» contro i Casalesi.

Il traffico di rifiuti tossici era un affare da 700 milioni di lire al mese. Veleni sotterrati nella profondità delle terre del casertano dove in superficie si coltivava e pascolavano gli animali. Dura la dichiarazione di Schiavone “nel giro di vent’anni moriranno tutti”, ad indicare, già nel 1997, la grave situazione del casertano.

 

 

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