Home Cronaca È morto Totò Riina, il mafioso che fece uccidere Falcone e Borsellino

È morto Totò Riina, il mafioso che fece uccidere Falcone e Borsellino

1950

PARMA – In uno dei suoi aforismi lo scrittore Paulo Coelho invita tutti a vivere la vita in modo che quando si muoia “tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange”. A quanto pare non ci è riuscito Totò Riina, il mafioso di Corleone (Palermo) per la cui morte il popolo del web italiano oggi esulta. Riina del resto è un personaggio che non ha bisogno di tante presentazioni: detto nell’ambiente criminale “û curtu”, a partire dall’omonima fiction Mediaset del 2007 veniva indicato anche come “il capo dei capi” essendo stato – per gli inquirenti fino alla morte – il vertice indiscusso di tutta l’organizzazione di Cosa Nostra. In vita è stato mandante di decine e decine di omicidi e stragi, responsabile di morti che hanno scosso la coscienza italiana come quelle di Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tradito dal suo autista e arrestato dal Capitano Ultimo nel 1993, lo Stato italiano lo ha condannato a 26 ergastoli per i suoi innumerevoli reati. Ciononostante fino all’anno scorso Riina davanti alla pubblica accusa aveva ancora la faccia tosta di asserire di essere “un semplice contadino”, vittima di un equivoco. Per nulla pentito a febbraio in carcere aveva detto alla moglie: “Sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere”.

Questa mattina, alle 3:37, il decesso. È avvenuto presso il reparto detenuti dell’ospedale di Parma, dopo 24 anni di detenzione al 41bis. Ieri aveva compiuto 87 anni. Sebbene all’ultimo, considerate le condizioni gravi del mafioso, il Ministero della Giustizia avesse concesso un permesso straordinario di visita ai familiari, questi non hanno fatto in tempo a incontrarlo prima che morisse. In fondo è vero quel che si dice: il grado di civiltà di un Paese si misura anche dal modo in cui tratta i suoi criminali. Dato che la morte è avvenuta in ambiente carcerario, per prassi si procederà con un’autopsia della salma. Per quanto riguarda le esequie parla Don Ivan Maffeis, portavoce della Cei: niente funerale pubblico perché Riina è stato un pubblico peccatore. Spiega infatti: “Un funerale pubblico non è pensabile. Ricordo la scomunica del Papa ai mafiosi, la condanna della Chiesa italiana che su questo fenomeno ha una posizione inequivocabile. La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze”. 

 

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here