NAPOLI. La riunione in Prefettura definirà nei dettagli le operazioni di accoglienza dei 350 migranti che dovranno essere ospitati nella regione Campania. Gran parte troverà alloggio nelle comunità della provincia di Napoli mentre gli altri saranno accompagnati in alcune case di accoglienza di Avellino, Caserta, Salerno e Benevento. I primi arrivi sono previsti già a fine giornata, gli altri nel fine settimana ma siamo solo all’inizio: le prossime settimane saranno ancora più difficili. Provengono dalla Nigeria, dal Ghana, dal Senegal, dal Mali, dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dal Gambia, dal Togo, dal Pakistan, dalla Siria, dall’Eritrea, dalla Somalia, non hanno più nulla, hanno perso tutto, casa, famiglie e lavoro, spesso arrivano anche senza abiti e scarpe, quello di cui dispongono lo hanno addosso.
Da qui la necessità di organizzare un servizio di prima accoglienza in grado di risolvere anche questi problemi. Arriveranno a bordo di sei autobus da Palermo, Trapani e Vibo Valentia dove stanno lentamente attraccando le navi della Marina Militare. L’ennesimo sbarco, dunque, al quale ne faranno seguito molti altri se si considera che di qui a poco il nostro paese dovrà accoglierne altri ventimila. Intanto, la Prefettura ha messo in moto la macchina organizzativa per individuare le possibili soluzioni per fronteggiare questa nuova emergenza. Dove saranno dislocati precisamente gli immigrati non è stato ancora deciso, la riunione operativa in programma oggi dovrà servire proprio a questo. Intorno allo stesso tavolo, con i vertici della Prefettura, anche quelli della Caritas che contribuisce a garantire sostegno e accoglienza non solo dal punto di vista materiale.Uomini, donne e diversi bambini, qualcuno come al solito arriverà senza genitori, e questi sono i casi più difficili da gestire, quelli che richiedono una cura e una attenzione di gran lunga maggiore rispetto agli altri. Si aspettano anche almeno cinque o sei donne in gravidanza per le quali la Croce Rossa ha già predisposto un servizio di assistenza sanitaria. Diversamente da quando gli immigrati sbarcano direttamente dalle navi militari, in questo caso i primi controlli, sia dal punto di vista medico che burocratico, verranno effettuati nei tre porti dove le navi faranno tappa. È chiaro che anche qui a Napoli, all’arrivo, gli stranieri avranno a disposizione medici e volontari in grado di offrire l’assistenza che si renderà necessaria.
Da qui la necessità di organizzare un servizio di prima accoglienza in grado di risolvere anche questi problemi. Arriveranno a bordo di sei autobus da Palermo, Trapani e Vibo Valentia dove stanno lentamente attraccando le navi della Marina Militare. L’ennesimo sbarco, dunque, al quale ne faranno seguito molti altri se si considera che di qui a poco il nostro paese dovrà accoglierne altri ventimila. Intanto, la Prefettura ha messo in moto la macchina organizzativa per individuare le possibili soluzioni per fronteggiare questa nuova emergenza. Dove saranno dislocati precisamente gli immigrati non è stato ancora deciso, la riunione operativa in programma oggi dovrà servire proprio a questo. Intorno allo stesso tavolo, con i vertici della Prefettura, anche quelli della Caritas che contribuisce a garantire sostegno e accoglienza non solo dal punto di vista materiale.Uomini, donne e diversi bambini, qualcuno come al solito arriverà senza genitori, e questi sono i casi più difficili da gestire, quelli che richiedono una cura e una attenzione di gran lunga maggiore rispetto agli altri. Si aspettano anche almeno cinque o sei donne in gravidanza per le quali la Croce Rossa ha già predisposto un servizio di assistenza sanitaria. Diversamente da quando gli immigrati sbarcano direttamente dalle navi militari, in questo caso i primi controlli, sia dal punto di vista medico che burocratico, verranno effettuati nei tre porti dove le navi faranno tappa. È chiaro che anche qui a Napoli, all’arrivo, gli stranieri avranno a disposizione medici e volontari in grado di offrire l’assistenza che si renderà necessaria.
Nel senso che la situazione, dal punto di vista dell’ospitalità, diventa sempre più complessa. La Campania ormai è satura. Anche se è pur vero che in tanti dopo qualche giorno di permanenza nei centri di accoglienza scelgono di scappare e abbandonare l’Italia per raggiungere molto spesso amici e parenti che vivono altrove, quasi sempre in Francia, Spagna, Inghilterra e Germania, non basta a liberare il numero di posti che sarebbe necessario per accogliere centinaia di nuovi arrivi.