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L’8 marzo oltre alle mimose: la debolezza e la grinta delle donne raccontate da Rikki P.

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POMIGLIANO D’ARCO – “Ci sono realtà in cui lo stupro e la violenza sulla donna sono all’ordine del giorno. Non dovrebbe essere così. E bisogna lottare affinché queste condizioni smettano di essere quotidianità”: è il messaggio forte e irremovibile che ieri sera, martedì 8 marzo, la scrittrice esordiente Rikki P. ha ribadito in occasione della presentazione del suo racconto “Libera di essere…” presso lo spazio d’arte AZIMVT di Pomigliano d’Arco (NA). Non è banale retorica. È rimarcare quanto spesso e volentieri appare agli occhi di noi “emancipato Occidente” come un problema lontano che pertanto “non ci riguarda”. E a farne le spese sono tante giovani donne, proprio come l’audace protagonista del racconto dell’autrice che scappa dall’India alla ricerca di una dimensione sociale in cui possa vivere senza pregiudizi e convenzioni pressanti.

La serata è stata condotta dall’artista francese Christophe Mourey e ha beneficiato dell’intrattenimento canoro della giovanissima voce di Asia Bifulco. Alcuni estratti del testo sono stati letti agli ospiti da Maria D’Onofrio dando lo spunto per un dibattito sul tunnel di rassegnazione che troppe donne nel mondo ancora attraversano. In questo critico periodo storico in cui sembra si sia accorciata la distanza che ci divide dai minareti arabi e dai burqa degli estremisti islamici, non si è persa ovviamente l’occasione per discutere degli innumerevoli divieti restrittivi a cui molte donne musulmane sono sottoposte. Ancora una volta non per essere “ripetitivi”, ma perché è giusto che se ne parli fin quando il problema non verrà risolto. È intervenuto nella presentazione anche il prof. Antonio Buono, docente di filosofia, che alla luce della lettura del racconto ha commentato la vicinanza dell’autrice all’umanità e il desiderio di emancipazione dalla mediocrità del suo personaggio. Ha inoltre espresso una considerazione sul gruppo AZIMVT che giudica essere non una “comunità”, ma una “comunanza” per i valori che condivide: fra questi il rispetto per l’arte in tutte le sue forme. Del resto lo stesso libro di Rikki P. è corredato da immagini di impatto, a partire dalla copertina, pensata e disegnata proprio da Christophe Mourey, che mostra di spalle la protagonista assorta nel guardare volar via il suo tradizionale vestito indiano. “Un sari bianco come una bandiera di pace e libertà” delucida lo stesso artista. Della stampa, invece, si è occupato Carmine Cervone, tipografo napoletano di elegante qualità.

L’evento è terminato con un allettante buffet e un omaggio di mimose, per tradizione galante, a tutte le donne presenti. Eppure ciò con cui tutti gli ospiti sono tornati a casa non è stato semplicemente il ricordo di una piacevole serata o la premura dei fiori, ma l’occasione che hanno avuto di confrontarsi con culture diverse. Magari anche mettendo in discussione la propria dove la donna, per eccesso contrario, invece viene ad esempio strumentalizzata dalle campagne pubblicitarie e ridotta a un corpo-oggetto vuoto. Scoprire dunque le nostre contraddizioni, di cui spesso non ci accorgiamo, e avere così il pretesto per meditare ancora una volta proprio sul concetto di libertà che, come ha osservato loquacemente Christophe Mourey, “non è un qualcosa che si toglie, ma un qualcosa che si dà”.

Di Valentina Mazzella

 

Foto di Francesco Palladino:

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