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La Festa dei Gigli di Brusciano: fra folclore e devozione

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Foto di Francesco Palladino.

BRUSCIANO Per i nostalgici delle vecchie tradizioni e i curiosi di respirare del folclore popolare certo non potranno sfuggire certe festività ricorrenti ogni anno nel Vesuviano. Oggi ad esempio si conclude la colorata settimana della Festa dei Gigli di Brusciano (NA).

L’evento, di natura fondamentalmente religiosa e cattolica, trae il nome dalla sua principale attrazione, rappresentata appunto da degli enormi obelischi chiamati Gigli. Si tratta di strutture in legno di pioppo, castagno o abete, rivestite e decorate in superficie con funi e cartapesta. Sebbene i Gigli possano essere alti fino a 25 metri e pesare finanche 50 quintali, non si scoraggiano i 128 uomini che tradizione vuole sollevino gli obelischi sulle spalle, facendoli ondeggiare per le strade del paese in onore di San Antonio da Padova. Sono i cosiddetti “cullatori” che spesso, a causa dello sforzo, esibiscono sulla spalla una gobbetta poco dietro la scapola. “Gobba di San Paolino” è detta a Nola, dove la festa dei Gigli è generalmente più nota in onore del vescovo-santo. Gli aitanti fedeli non se ne fanno tuttavia un cruccio perché la protuberanza di sangue e grasso diventa quasi un vanto per loro, simbolo di virilità e devozione.

Giglio di Brusciano deposto in riposo la sera (foto di Francesco Palladino).

La devozione nei confronti di Sant’Antonio da Padova che si racconta abbia operato davanti al paese un miracolo il 13 giugno del 1875, sebbene il Santo Patrono della comunità bruscianese resti comunque San Sebastiano Martire. La “Ballata dei Gigli” ricorre sempre l’ultima domenica di agosto e di fatto affonda le sue radici nel retaggio del paganesimo greco-romano di cui la cultura partenopea sappiamo essere particolarmente intrisa. In realtà dietro la forma vagamente fallica dell’obelisco e il simbolismo della barca, altra componente, si nascondono infatti rimandi agli antichi riti propiziatori per la fertilità di cui molti festanti oggi sono ignari.

Sono le curiose contraddizioni di una festa avvolta dall’eco di miti remoti, in cui la fede del cristianesimo, nonostante i sinceri sentimenti dei fedeli, è spesso opacizzata dalla superstizione e dal guadagno. Il cattolicesimo è davvero riuscito nei secoli a rinnovare il significato di queste tradizioni lontane? Forse sì, forse no. Da un lato si omaggiano santi e Madonne, dall’altro magari invece due ragazzi vengono accoltellati fra il caos e le luci della festa, come riporta una notizia della Il Mediano di tre giorni fa.

Foto di Francesco Palladino.

In fondo non è colpa dei credenti se questi episodi avvengono, però qualche domanda sul contesto socio-culturale dell’evento si solleva. Ma l’allegria della festa è un vortice e assorbe gli arrivati da tutta la provincia. Durante la festa non mancano musica, sfilate di carri (nelle foto di Francesco Palladino), spettacolini, stand, bancarelle e leccornie. E gli interrogativi cadono nel dimenticatoio, ma una vocina ancora domanda e indaga sul genuino valore religioso di tanta baldoria.

Di Valentina Mazzella

 

Galleria di foto di Francesco Palladino:

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