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La leggenda di Colapesce

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

I sedili erano delle istituzioni amministrative di Napoli esistite tra il 1300 e il 1800. Erano formati da gruppi di persone che discutevano su questioni di interesse pubblico. I sedili cessarono la loro attivitΓ  nel 1800 per dare luogo al Municipio e alla figura del sindaco.

Tra i vari sedili, sparsi per la cittΓ , esisteva il Sedile di porto, detto cosΓ¬ perchΓ© si trovava vicino all’antico porto di Napoli. Il bassorilievo con lo stemma che lo caratterizzava era raffigurato dal nuotatore-marinaro Nicola Pesce, ricoperto di squame, con un coltello in mano.

La tradizione napoletana, giΓ  dall’etΓ  medioevale, accomuna il marinaro Cola (diminutivo di Nicola) a un ragazzino napoletano a cui piaceva fare spesso il bagno nelle acque del golfo. Questo continuo immergersi nelle acque – come racconta la leggenda – lo trasformΓ² in un animale acquatico. Una condizione che egli utilizzava per raggiungere nuove mete, lasciandosi inghiottire da altri pesci. All’arrivo della meta stabilita, Nicola Pesce, ormai non piΓΉ umano, tagliava il ventre del pesce vettore e usciva.Β CiΓ² rimanda al coltello rappresentato sullo stemma.

Un giorno il re Federico II fu preso dal desiderio di sapere come fosse fatto il fondo del mare e chiese al ragazzino di descriverlo. Dopo essersi immerso, Cola ritornΓ² dal sovrano per comunicargli che il fondale fosse un insieme di tesori e che, discendendo nelle misteriose grotte di Castel Dell’Ovo, vi fosse un baule di pietre preziose.

Il re, avendo conosciuto le qualitΓ  di Colapesce, successivamente gli ordinΓ² di recuperare una palla di cannone.Β Il fanciullo riuscΓ¬ nell’impresa, ma nel risalire rimase impigliato e proprio in quel punto terminΓ² la sua vita. Ancora oggi a Napoli, tra via Mezzocannone e via Sedile di porto (vedi foto), c’Γ¨ un bassorilievo incassato nel muro che raffigura un uomo rivestito di squame con un coltello.

Sin dal ‘500 la figura ritratta Γ¨ considerata il personaggio di Colapesce, anche se l’iscrizione sottostante, datata 1742, rimanda a Orione, figura mitologica, figlio di Poseidone, il dio del mare.

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco.

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