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La Reggia di Caserta tra splendore e disservizi

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Foto di Valentina Mazzella.

CASERTA – Storica, maestosa, elegante. La Reggia di Caserta accoglie ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo. La residenza reale fu realizzata per volontà di Carlo di Borbone del Regno delle due Sicilie. I suoi lavori ebbero inizio nel 1752 su un primo progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli e terminarono solo nel 1845. Meraviglioso gioiello di arte e di storia, dal 1997 la reggia è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. È stata inoltre spesso location di set cinematografici di grandi film o anche solo di matrimoni principeschi. Vien da sé, dunque, che i visitatori arrivino sul posto carichi di aspettative. Ed è qui – purtroppo – che casca l’asino.

Foto di Valentina Mazzella.

La direzione della Reggia di Caserta si impegna a rendere il palazzo centro di interesse culturale con innumerevoli iniziative interessanti. Pensiamo ad esempio alla recente e accattivante esposizione “Il piccolo Principe. Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta” aperta fino a domenica 11 settembre. La mostra è stata organizzata con il contributo degli Amici della Reggia e allestita nella Cappella Palatina del Palazzo Reale. Tuttavia va riconosciuto che molti sforzi vengono vanificati da una generale cattiva gestione che offre al pubblico un’esperienza al di sotto degli standard museali europei.

Foto di Valentina Mazzella.

La Reggia di Caserta di suo è un pezzo di architettura incantevole, di altissimo livello e valore. Di anno in anno il biglietto dell’ingresso aumenta, eppure mai di pari passo con i servizi offerti. Spesso l’organizzazione si perde in un bicchier d’acqua e non cura dettagli banali: mancano cartelli, indicazioni e percorsi all’interno. Alle volte è complicato anche solo trovare un bagno. La residenza è antica ed è naturale che periodicamente delle opere necessitino di essere restaurate. Le operazioni di restauro sono però spesso rimandate oppure eseguite in tempi troppo dilatati.

Foto di Valentina Mazzella.

Il Parco Reale è curato unicamente nella sua parte centrale e nemmeno in maniera impeccabile. Ad esempio in passato le chiome degli alberi dei viali ai lati delle vasche venivano potate con maggiore regolarità. Un po’ complice il grave problema della siccità, nella parte boschiva i canali sono asciutti o colmi di acqua sporca e stagnante a deposito. Ad esempio quelli in prossimità della Castelluccia, un piccolo edificio cinquecentesco ricostruito nel 1769 per essere una fortezza in miniatura presso cui Ferdinando IV, da ragazzino, si esercitava in finte battaglie navali. A differenza dei precedenti anni, le fontane potabili sono state chiuse senza neanche essere sostituite da dei point che vendessero acqua lungo il percorso all’aperto e molto soleggiato.

La meravigliosa Fontana Margherita. Foto di V. Mazzella.

Nei Giardini Inglesi misteriosamente sono scomparse tutte le targhette che fornivano almeno il nome botanico dell’albero o della pianta oggetto di attenzione. Diverse attrazioni come la Casa del Giardiniere, le varie Serre Borboniche, il roseto e alcuni percorsi con piccole cascate sono al momento chiuse al pubblico per lavori in corso senza alcuna riduzione di prezzo per l’accesso e avviso all’ingresso. Un peccato di prima categoria che rammarica i cittadini e i visitatori che si interrogano sulla gestione del denaro investito per i beni culturali. Uno splendore come la Reggia di Caserta merita di apparire al meglio e non di deludere il pubblico anche per mere minuzie e molteplici disservizi.

Di Valentina Mazzella

Foto di Valentina Mazzella.

 

 

 

 

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