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“Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo”, una miniserie molto lenta che ha sprecato un’occasione

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RECENSIONE — “Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo” è la nuova miniserie televisiva italiana andata in onda in prima serata su Rai1 in due appuntamenti, lunedì 20 e martedì 21 maggio. Gli episodi sono ancora disponibili sulla piattaforma di RaiPlay. La regia è stata diretta da Lucio Pellegrini. Salvatore De Mola e Bernardo Pellegrini ne hanno firmato la sceneggiatura. Il soggetto è incentrato sulla biografia di Guglielmo Marconi, interpretato da Stefano Accorsi. Nel cast compaiono anche Nicolas Maupas, Ludovica Martino e Alessio Vassallo.

La trama sceglie di raccontare la vita di Marconi non seguendo una linea temporale lineare. Intreccia il presente in cui il protagonista è già un uomo affermato con flashback del passato in cui da giovane ha fatto la scoperta che ha trasformato il mondo. Tuttavia “Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo” non è un biopic nudo e crudo. Con lo scopo di rendere la narrazione più coinvolgente, nel racconto sono state inserite delle dinamiche ispirate ai fatti veri, ma non documentate a sufficienza. Spionaggio, competizione, tensioni non costruite benissimo che sortiscono l’effetto contrario.

Il ritmo diventa lento. Sembra non decollare mai. Anche i colpi di scena non sorprendono. La suspense non funziona. Molte sequenze annoiano lo spettatore. La qualità di alcuni greenscreen, come lo sfondo vista mare alle spalle della Nave Elettra, è abbastanza imbarazzante. La bravura degli attori non riesce a compensare le debolezze del resto della produzione. Ad esempio il pubblico ha apprezzato in particolar modo l’interpretazione di Nicolas Maupas che, reduce da “Mare Fuori” e altre note serieTV della RAI e di Netflix, ha un suo seguito molto affezionato. E innegabilmente la sua è stata un’ottima performance. Come del resto quella della bravissima Ludovica Martino.

Tuttavia ciò non toglie che in moltissimi avrebbero preferito una miniserie focalizzata maggiormente sulle prime scoperte giovanili di Marconi piuttosto che sullo spionaggio e su personaggi di irrilevanza storica. Interessante anche il tentativo di approfondire il panorama storico-politico della fine degli anni Trenta in cui i fatti sono ambientati. Eppure l’aspettativa era che una fiction su Guglielmo Marconi celebrasse soprattutto il genio e la creatività dell’inventore dietro l’uomo di scienza. Per questo la serie appare in soldoni una grande occasione sprecata.

Di Valentina Mazzella

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