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Margaret Keane, un mese dalla scomparsa della pittrice di “Big Eyes” di Tim Burton

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ARTE – È trascorso giusto un mese dalla scomparsa di Margaret Keane, la pittrice americana celebre per essere stata a lungo la musa ispiratrice del regista Tim Burton. L’artista si è spenta lo scorso 26 giugno per un’insufficienza cardiaca. Aveva 94 anni e si trovava presso la sua abitazione di Napa, in California. La notizia è stata tuttavia resa pubblica solo tre giorni dopo, attraverso la sua pagina ufficiale su Facebook.

Negli anni la produzione artistica di Margaret Keane è di diventata un vero cult. Soprattutto grazie agli innumerevoli ritratti di bambini dagli occhi grandi e tristi. Pochi sanno che l’artista in realtà ha da sempre avuto un problema congenito all’udito: proprio questo aspetto le ha permesso, fin da piccolissima, di focalizzare l’attenzione sullo sguardo delle persone. Nel 2014 la sua vita è stata portata al cinema dallo stesso Burton che ha realizzato il film “Big Eyes” per renderle omaggio. Un’espressione di stima non da poco! Nella trasposizione la pittrice è stata interpretata da una deliziosa Amy Adams.

Amy Adams nei panni di Margaret Keane in “Big Eyes” (2014) di Tim Burton.

Nel 1927 Margaret Keane nasce all’anagrafe come Peggy Doris Hawkins. Coltiva una passione per l’arte sin da ragazzina. Si sposa molto giovane e nel 1950 dà alla luce la sua prima e unica figlia. Il matrimonio naufraga presto. Più tardi la pittrice conosce l’agente immobiliare Walter Keane con cui convola subito a nozze. È da questo momento in poi che l’artista inizia a firmarsi come Margaret Keane. Purtroppo il secondo marito si rivela un approfittatore: un dettaglio ben noto a quanti hanno già apprezzato il film sulla sua storia. Intuito il talento della moglie, l’uomo mente per anni dichiarandosi autore delle opere di Margaret.

In un’epoca in cui i pregiudizi di genere sono ancora duri a morire, la donna accetta la menzogna perché plagiata e convinta che un pittore uomo, sul mercato, venda di più di una pittrice donna. Del resto è una dinamica nociva che a lungo ha avvelenato anche il settore editoriale: molteplici gli esempi di scrittrici donne che in passato hanno accettato di fingersi autori uomini.

Alcune opere di Margaret Keane.

Sono gli anni Cinquanta e Sessanta. Le opere firmate semplicemente Keane raggiungono un apprezzabile successo. Margaret Keane dipinge per giorni senza uscire mai di casa. Eppure non può godere di alcun riconoscimento. Il teatrino dura almeno dieci anni. Alla fine, nel 1964, la donna decide finalmente di lasciare il marito da cui poi divorzia l’anno successivo. Nel 1970 Margaret Keane lancia per radio una vera notizia bomba: annuncia di essere la vera autrice dei quadri con i bambini dagli occhi enormi. 

L’ex marito Walter Keane la denuncia subito per diffamazione, ma in tribunale la pittrice riesce a vincere la causa. In che modo? Il giudice pretende dalle due parti una prova tangibile dei rispettivi talenti. Chiede loro di dipingere su una tela davanti a tutti. Nell’aula di tribunale, di fronte alla giuria. Il risultato è inequivocabile. Margaret Keane non ottiene un risarcimento in denaro, ma vince una grande battaglia. Da quella volta in poi le sono sempre stati riconosciuti i suoi legittimi diritti d’autore.

Margaret Keane da giovane. Alle sue spalle due dei suoi quadri.

Lo scorso mese, dunque, il mondo non ha perso soltanto un talento del panorama artistico pop e contemporaneo. È andata via una donna particolare, una persona che nella vita ha sofferto, ma si è anche rialzata. Un’artista con una storia degna del grande schermo. Un’esistenza capace di ispirare il prossimo. Una pittrice che non si è arresa pur di inseguire la sua strada e i suoi sogni. Sembrano frasi di circostanza, eppure è vero. Oggi Margaret Keane è andata via, ma con noi restano gli occhioni tristi che per anni ha immortalato sulle tele. Quegli occhioni carichi di emotività, così capaci di smuovere gli animi di chi li osserva e sa apprezzarne la singolarità.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

 

 

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