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“One Day” di Lone Sherfing: il film romantico perfetto da recuperare a Saint Swithin il 15 luglio

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RECENSIONE – Non è possibile controllare la data sul calendario, scoprire che sia il 15 luglio e non pensare subito al giorno di Saint Swithin: o perlomeno questo è quanto accade a chiunque abbia visto almeno una volta il film “One Day” (2011) di Lone Sherfing. La pellicola è la fedele trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di David Nicholls che nel 2009 fu un vero bestseller. Racconta la storia romantica e un po’ drammatica di una coppia di amici che si sono incontrati per la prima volta a Saint Swithin, il 15 luglio del 1988, in occasione dei festeggiamenti dei rispettivi traguardi di laurea.

La scelta della data non è casuale. Nel Regno Unito una tradizione popolare crede che il meteo del giorno di Saint Swithin influenzerà le previsioni nei successivi quaranta giorni. Un po’ come in Italia, quando il folclore teme possa piovere per quaranta giorni se il 4 aprile precipitasse pioggia. Inoltre il libro di David Nicholls apre con una citazione di Charles Dickens tratta dall’opera “Grandi Speranze”: “Fermati, tu che leggi, e medita per un momento sulla lunga catena di bronzo o d’oro, di spine o di fiori, che mai ti avrebbe soggiogato se in un solo memorabile giorno non si fosse formato e chiuso il primo anello”. Tutti questi indizi rivelano il significato simbolico nello scegliere il 15 luglio: il desiderio di meditare su quanto i fatti e le azioni di un giorno possano condizionare l’esistenza per brevi o lunghi periodi.

Emma Morley (interpretata dalla dolcissima Anne Hathaway) e Dexter Mayhew (Jim Sturgess) hanno caratteri diametralmente opposti e provengono da estrazioni sociali diverse. Emma è da sempre una persona pacata, un po’ “secchiona” e dalle origini umili. Dexter è sfrontato, piuttosto sbruffone e abituato agli agi di una famiglia ricca. Ciononostante tra i due nascerà, tra alti e bassi, un’amicizia sincera e tenace.

Anche quando la vita li allontanerà per far intraprendere loro – provvisoriamente – strade separate, alla fine torneranno sempre e comunque a cercarsi. Di questa relazione sia il libro che il film ci raccontano solo gli avvenimenti del 15 luglio di ogni anno, di anno in anno per circa vent’anni, fino al 2006. Lo spettatore – o all’occorrenza il lettore – si ritrova così ad affezionarsi ai due protagonisti seguendo le avventure di Emma e Dexter esattamente nell’anniversario del giorno in cui si sono conosciuti. Si spiega pertanto da solo l’incipit di questa recensione.

Il film gode di una lodevole fotografia dalle inquadrature eleganti e dai colori nitidi e vivaci. Il montaggio riesce a proporre la narrazione degli avvenimenti con un ritmo incalzante, ma senza eccessi di frenesia. Le musiche sono sempre appropriate e capaci di creare il climax adatto per ciascuna scena. In particolare “Good Life” dei OneRepubblic resta un vero gioiello di ascolto ancora a distanza di anni.

Il profilo psicologico dei personaggi è ben costruito. Il percorso di crescita e maturazione sia di Emma che di Dexter è accurato, mostrando al pubblico le complessità, le contraddizioni, la complicità e le paure della loro relazione. Emma è segretamente innamorata del suo migliore amico, anche quando pensa di non avere più speranze. Lui è troppo impegnato a indossare la maschera del donnaiolo e dell’arrogante per comprendere veramente a cosa tenga davvero nella vita.

Il risultato è un film romantico tra i migliori: tenero, sbarazzino, ma non sdolcinato. La sceneggiatura non è mai scontata. È capace di regalare dialoghi arguti e divertenti, osservazioni ciniche e pungenti oppure, a tradimento, grandi colpi di scena drammatici. E alla fine, giunti ai titoli di coda, quel che resta della storia d’amore tra Emma e Dexter è una profonda riflessione sulla vita, sul destino e sulle esistenze intrecciate.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

 

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