Papa Francesco ha inaugurato la nuova sede italiana di Scholas, la realtà anciata a Buenos Aires nel 2001 dall’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio e che intende favorire la cultura dell’incontro e conseguire la pace attraverso l’educazione.
Un’occasione per festeggiare insieme a ragazzi, atleti ed esponenti delle istituzioni i suoi cinquant’anni di sacerdozio. Una cerimonia caratterizzata da momenti di grande importanza per la vita di Scholas, grazie all’incontro che il Santo Padre ha avuto durante il pomeriggio nel Palazzo di San Calisto.
Lorenzo Fieramonti, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) ha confermato il suo impegno nei confronti di Scholas dopo la firma del rinnovo dell’accordo di collaborazione tra le parti. Un accordo siglato nel 2016 per raggiungere gli obiettivi definiti.
“Scholas è una grande opportunità, una grande esperienza su come fare formazione coinvolgendo persone, ragazzi e ragazze da tutto il mondo – ha dichiarato Fieramonti dopo avere incontrato il Papa -. Attraverso un metodo molto interdisciplinare. Per il Ministero dell’Istruzione è una grande opportunità.
Il riscontro che arriva da tutte le scuole italiane che partecipano ai programmi di Scholas è estremamente positivo, entusiasmante. Tanti ragazzi recuperano la voglia di studiare, di partecipare, di essere se stessi, grazie a questo modello di cui sicuramente le nostre scuole hanno bisogno. E per questo accelereremo nella direzione di inserire sempre di più questo modello nei programmi ministeriali”.
Durante la sua ultima visita in Mozambico a settembre, Papa Francesco ha lanciato un invito aperto a pensare ad un progetto sul tema della “palla di pezza”, che simboleggia e rappresenta le virtù più semplici dello sport.
La Fondazione Scholas ha accolto con favore l’iniziativa e ha voluto unire le forze per dare il necessario sviluppo progettuale pensando al coinvolgimento di partner di livello internazionale.
Con questa visione, è stato lanciato il concorso “Educate for Life: educare per la vita”, in collaborazione con la Fondazione Milan e Think Equal che hanno accolto con favore l’iniziativa rendendola subito concreta.
Un’iniziativa che invita artisti, atleti, pensatori, governi, istituzioni, imprenditori, accademici e società civile a far parte di questo progetto, pensare l’impensabile: una nuova cultura, un’educazione per la vita.
Questa innovativa attività rientra nel protocollo d’intesa che queste associazioni hanno firmato con Scholas a metà del 2019, con l’obiettivo di promuovere un’istruzione di qualità e promuovere la cittadinanza globale attraverso la promozione dei valori dello sport.
Lavorando con i giovani e bambini, in ambienti educativi pubblici, privati, formali e non formali. All’evento hanno partecipato Paolo Scaroni e Zvonimir Boban, rispettivamente presidente e CEO del Milan, e il fondatore Leslie Udwin e il direttore esecutivo di Think Equal.
Durante l’evento è stata consegnata una Palla di pezza al Santo Padre, a simboleggiare il lancio ufficiale del progetto. Un ragazzo che viene dal Mozambico ha portato questo semplice dono al Papa. Parte quindi ufficialmente il progetto che vedrà nel Maggio del 2020 la premiazione delle migliori attività creative presentate al gruppo di lavoro.
“Vogliamo fare cose buone per il mondo ma anche cose utili per il Milan – ha spiegato Scaroni -. Con Schoals abbiamo trovato una soluzione perfetta. Perché noi insegneremo ai giovani a insegnare il calcio.
Il Milan ha 400milioni di tifosi nel mondo. Naturalmente è una base che vogliamo fare crescere. Lo sport fa bene sempre, a tutti e non solo alla slaute ma anche al cuore al cervello. Gli sport di squadra ancora di più. Perché obbligano a tener conto del gruppo.
Questa palla di pezza che è la principale ragione del grande successo del calcio. Perché per giocare al calcio non c’è bisogno quasi di niente, basta una palla di pezza per fare giocare i bambini ovunque siano”.
Nell’occasione è stata celebrata anche la chiusura dell’incontro che ha avuto luogo durante due giorni ad Assisi, con il tema “Una nuova educazione per una nuova economia”.
Coordinato dall’area di Scholas Cattedra, questo incontro aveva lo scopo di sensibilizzare a livello globale sulla necessità di ripensare e ridisegnare i nuovi contenuti curriculari e le nuove metodologie di insegnamento attraverso le quali l’economia e il business vengono appresi nelle università di tutto il mondo.
Questo cambiamento utilizza la visione dell’enciclica “Laudato Si” e il pensiero dei giovani studenti, e sarà il tema dell’incontro internazionale che si svolgerà nella stessa città di Assisi, il prossimo marzo 2020.
A questo incontro hanno partecipato economisti della Global Economic Transformation Commission (CGET) dell’Institute for New Economic Thinking e accademici della Scholas Chairs University Network, per acquisire questa nuova domanda e svilupparla attraverso le loro università.
Hanno partecipato anche giovani studenti universitari che hanno vissuto nei loro rispettivi paesi, come Haiti, Mozambico e altri, situazioni di esclusione sociale come povertà, fame e mancanza di opportunità per le nuove generazioni.
Vale la pena ricordare tra i vari annunci che sono stati fatti nell’area di Scholas Chairs, l’organizzazione della prossima edizione (la quinta), dell’International Conference of Chairs che avrà luogo presso la CEU San Pablo University di Madrid, in Spagna, con la collaborazione dell’Università di Granada e dell’Università Cattolica di Valencia.
Per Papa Francesco, il momento più importante e spiritituale della sua vita. Un momento in cui ha ricevuto la chiamata all’unità, per servire gli altri. Una celebrazione che ricorda anche l’ulivo da lui piantato per la prima volta a Buenos Aires, un simbolo che profetizzava il suo futuro di Papa.
E questo ulivo di 90 anni è un simbolo di unità – e anche questa volta, un ulivo di 90 anni verrà piantato nella nuova sede di Scholas – cinquant’anni dopo, per sostenere e alimentare l’unità.
Il Papa ritorna alle sue radici con Scholas, tornando alle sue origini. Il Papa ricorda Telemaco per spiegare come l’educazione attuale non ha padre, non ha radici, è una vita orfana, come bambini senza padre, ma il cui amore per la terra, è come l’amore per la madre. Da qui nasce richiamo al valore di recuperare le radici, le forti radici dell’olivo. Il Papa ha ribadito di trovare in Scholas quest’opera di incontro, di ritorno alle origini, alle radici.