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Pomigliano d’Arco: con “Oltre le baby gang” l’incontro fra Chiesa, scuola e famiglie contro il bullismo

1996

Di Valentina Mazzella

 

POMIGLIANO D’ARCO – Cura, attenzione, ascolto, dialogo, confronto, determinazione e comunità: non è un elenco retorico, ma quanto di pedagogico si è ritenuto opportuno per contrastare bullismo e problematiche analoghe nell’ambito dell’assemblea pubblica “Oltre le baby gang” che ieri, domenica 18 marzo, si è tenuta presso l’auditorium della Scuola Falcone di Pomigliano d’Arco (NA). Un’iniziativa nata per promuovere un incontro palpabile fra Chiesa, scuola e famiglie: tre agenzie educative diverse che prendono a cuore i ragazzi e si fanno carico della loro formazione per costruire una realtà diversa e con meno brutture. Sono intervenuti nel dibattito il vescovo di Nola mons. Francesco Marino, il giudice del CSM Francesco Cananzi, il preside del plesso Falcone-Catullo Raffaele Del Prete, l’Assessore alla Cultura di Pomigliano d’Arco Franca Trotta e un esponente dell’Arma dei Carabinieri di Castello di Cisterna. Fra i presenti tantissimi genitori, sacerdoti, membri delle comunità parrocchiali, dirigenti scolastici e insegnanti del territorio. Presenze che hanno testimoniato l’ambizione tangibile che i cittadini di Pomigliano d’Arco hanno di analizzare al meglio peculiari espressioni di aggressività adolescenziale, dal bullismo alle baby gang. Soprattutto dopo fatti gravi come l’aggressione di una baby gang con delle catene ai danni di una coppietta nel parco pubblico della città che è accaduto qualche mese fa, gli adulti oggi più che mai vogliono acquisire gli strumenti adeguati per lottare e debellare questi fenomeni pericolosi da cui i figli di tutti potrebbero essere travolti.

“Educa i bambini e non sarà poi più necessario punire gli uomini”: è una frase di Pitagora quella scelta per sintetizzare il pensiero condiviso nel convegno. Ma per educare c’è bisogno di guadagnare innanzitutto la fiducia dei ragazzi affinché si lascino condurre per mano in un percorso di maturazione in cui il discernimento fra il bene e il male non abbia un ruolo marginale. Pertanto forse spesso si dovrebbe educare prima gli adulti, per renderli “modelli credibili”. Che si parli di bullismo, baby gang o microcriminalità, resta centrale l’idea che formare le coscienze dei bambini e degli adolescenti sia l’unica strada percorribile per un domani di cittadini onesti e responsabili. E in questo proficuo scambio di idee anche l’Azione Cattolica della parrocchia di Maria S.S. del Rosario ha voluto condividere la propria esperienza: raccontare le difficoltà e gli obiettivi che gli educatori ACR (Azione Cattolica dei Ragazzi), quando si affrontano questi temi così delicati, vivono nell’affiancare i ragazzi nel loro cammino di crescita. In linea con il messaggio di amore di Cristo ribadito dallo stesso vescovo mons. Marino, si è sottolineata l’esigenza di tornare a educare i ragazzi all’empatia, ad accettare le debolezze e le diversità dell’essere umano. Solo così le vittime potranno trovare il coraggio di denunciare le ingiustizie, i prepotenti imparare a vedere se stessi nell’altro e gli spettatori a non smarrirsi nell’indifferenza. Il rivoluzionario comandamento cristiano dell’amore “Ama il tuo prossimo come te stesso”, nonché “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7, 12), è un valore  condivisibile anche in una dimensione laica perché, più attuale che mai, riassume in sé il segreto per una società senza odio e violenza, per un futuro diverso in cui non dobbiamo smettere di credere, mettendo da parte cinismo e rassegnazione.

 

 

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