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Quel dannato “blocco Juve”….

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Napoli – Oltre ogni immaginazione l’Italia di Antonio Conte, dopo sole due partite disputate nella fase a gironi, è già qualificata come prima agli ottavi di finale del Campionato Europeo che si sta disputando in Francia.

Molti si aspettavano gli azzurri surclassati dal Belgio; addirittura c’è chi pensava che l’Italia potesse sperare di passare tra le quattro migliori terze perché, si diceva, anche la Svezia è più forte.

E invece gli uomini di Conte collezionano due vittorie su due partite giocate, staccando il pass per gli ottavi addirittura con un turno di anticipo.

6 punti, 3 gol fatti, 0 gol subiti. Ma, al di là dei numeri, ciò che ha sorpreso è il fatto che l’Italia concretamente non abbia mai sofferto l’avversario, annullando completamente prima il Belgio, poi la Svezia.

Certo gli azzurri non hanno dato spettacolo; ma sono stati attenti, cinici, intelligenti.

Ma quali sono i motivi di queste performance?

Il primo si chiama Antonio Conte. Sicuramente non è l’uomo più simpatico ed amato d’Italia, ma oggettivamente è un vincente.

E’riuscito a sopperire alla carenza di tecnica e qualità degli azzurri con il gruppo: tutti i calciatori si aiutano a vicenda, coprendo ogni zona di campo. La grinta di Conte.

Ma non è solo quella. Il C.T. è un allenatore tecnicamente preparato, che studia ogni dettaglio.

A ciò si aggiunga il cosiddetto “blocco Juve”: Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini.

Esperti, capaci, furbi, “cattivi”, abituati a giocare insieme.

Non è un caso che la Juve prenda pochi gol.

In quanto juventini, e quindi attributari di uno status privilegiato in campionato, sono stati spesso criticati per atteggiamenti e favoritismi e perché “calcisticamente” antipatici.

Ma all’Europeo la Juve non c’è.

Si diceva “quest’Italia è scarsa, chi se la vede”, “Conte convoca solo juventini, non li guarderò mai”. Ma, prescindendo dagli altissimi ascolti televisivi e online, quando gli azzurri erano in campo, anche alle 15, le strade erano deserte.

E allora per venti giorni dimentichiamo la Serie A, dimentichiamo da dove arrivano i convocati di Conte. Per venti giorni siamo tutti Italiani.

 

di Mario Civitaquale

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