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“Siamo qui!”: il pellegrinaggio a Roma in agosto in preparazione al Sinodo dei Giovani 2018

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Di Valentina Mazzella

NOLA – Perché i giovani sono così distanti dalla fede e dalla Chiesa? È un problema di religione o di istituzione? Con quali aggettivi su due piedi sceglieremmo di descrivere le generazioni di oggi? Sono alcune delle domande su cui i giovani della diocesi nolana si sono interrogati e confrontati anche la scorsa domenica 15 aprile presso il seminario di Nola in vista del grande pellegrinaggio a Roma che si terrà nel weekend dell’11 e del 12 agosto a cui Papa Francesco ha invitato tutti i giovani italiani. Lo scopo è quello di pregare e vegliare assieme in preparazione al Sinodo dei Giovani che si terrà a ottobre 2018 dal titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Allo stesso tempo c’è il desiderio di offrire un assaggio all’Italia di quella che sarà la XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù a Panama dal 22 al 27 gennaio del 2019 per coloro che non potranno intraprendere un viaggio oltreoceano.

A Roma i giovani italiani dai 18 ai 35 anni potranno recarsi tramite le organizzazioni delle varie diocesi della penisola. Muoversi come lupi solitari implicherebbe infatti non essere in possesso di particolari pass contenuti in kit prenotabili per l’appunto tramite le equipe delle diocesi. Giunti nella capitale, sabato 11 agosto, i giovani saranno accolti presso il Circo Massimo dove nel pomeriggio potranno assistere a delle testimonianze. Alle 18.00 inizierà l’attesa del Papa a cui seguirà alle 19.00 la Veglia di Preghiera per il Sinodo. Dalle 21.30 avrà il via una grande festa e dalle 23.00 invece avrà inizio la notte bianca. Chi volesse potrebbe decidere di dormire presso il Circo Massimo, ad esempio in sacco a pelo, caldo di agosto permettendo. I più temerari, ossia chi ancora fosse in forze, potranno incamminarsi verso Piazza San Pietro o optare per un giro per la città. Per l’occasione infatti si stanno pianificando diverse iniziative. Ad esempio alcune chiese di Roma resteranno aperte durante la notte per dedicare tempo alle confessioni, ai momenti di adorazione e all‘Eucaristia. Degli spazi saranno dedicati all’animazione o agli incontri delle associazioni più grandi. Non mancheranno eventi rivolti alla Riconciliazione e al perdono, percorsi artistici su Caravaggio e sulle basiliche paleocristiane e altri progetti ancora da definire. La mattina della domenica il tutto si concluderà con la Messa a Piazza San Pietro e l’Angelus di Papa Francesco.

Questo pellegrinaggio prenderà il nome di “Siamo qui!” e sarà preceduto, per chi volesse aggiungere un’altra esperienza oltre a quella di Roma, da un altro pellegrinaggio di un paio di giorni per il territorio della propria regione che ogni diocesi d’Italia organizza ovviamente con un itinerario diverso. Titolo di questo altro percorso sarà “Per mille strade” e prevede visite a santuari, momenti di Riconciliazione ed Eucarestia e l’ascolto di testimonianze. Anche per aderire a questa iniziativa bisogna rivolgersi alla propria diocesi tramite la parrocchia di appartenenza.

Saranno esperienze interessanti che vestiranno le città di atmosfere uniche, ma soprattutto occasioni per riflettere assieme su un’epoca in cui il sacrosanto diritto di laicismo diventa tuttavia guerra alle religioni piuttosto che libertà di culto. Un periodo in cui l’ignoranza della religiosità non ha lasciato il posto a una maggiore consapevolezza o a una pacata meditazione sul rapporto conciliabile fra scienza e fede, ma a un menefreghismo cinico travestito da ateismo che spesso sfocia nel misticismo o in credenze altrettanto superstiziose di occultismo ed esoterismo. Forse in fondo ciò accade perché come ha osservato Don Luigi Vitale, in occasione della Festa dei Giovani di Nola del 15 aprile prima citata, oggi l’uomo si tira indietro di fronte a un rapporto serio con Dio. Non è questione di estremismo, ma di prendere seriamente l’impegno della propria identità cristiana, spiega. E spesso ci si riduce come il giovane ricco del Vangelo di Matteo che si allontanò triste da Gesù perché vorrebbe seguirlo, ma non abbastanza da essere disposto a liberarsi di tutte le zavorre terrene. Sembra sempre che non ci sia più fede a sufficienza per ricordare che, citando l’episodio delle nozze di Cana, bisognerebbe riempire le giare di acqua anche se apparentemente all’inizio non se ne capisce il senso, senza intuire che l’intenzione è di trasformare l’acqua in vino. Siamo sempre più abituati a pretendere che Dio investa nei nostri progetti piuttosto che domandarci quali piani abbia Dio per noi, sottolinea Don Luigi. Del resto la morale è la stessa del discorso in cui Papa Francesco spiega che il Cristianesimo sia la religione del rischio, mentre oggi troppi giovani vanno ad alimentare una “generazione da divano”. Da qui l’invito a tutti ad indossare le scarpette per mettersi in cammino perché tutti i giovani, anche agnostici e atei, possono avere molto da dire al Papa, alla Chiesa e alla società in toto. 

 

 

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