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Teatro Mercadante, “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov in scena con la regia di Rosario Lisma

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RECENSIONE“Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov è in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino a domenica 19 marzo 2023. Ne firma l’adattamento e la regia, curati in maniera creativa, Rosario Lisma. La commedia a suo tempo fu l’ultima opera teatrale dell’autore russo prima di morire per tubercolosi nel 1904. La trama trae spunto da alcune vicende biografiche che colpirono Čechov da vicino nella prima giovinezza, lasciando in modo evidente un segno.

Racconta la storia di una famiglia di possidenti costretta a mettere all’asta e poi a lasciare la casa per l’impossibilità di pagare l’ipoteca sulla proprietà. Una bella tenuta affiancata da un meraviglioso giardino di ciliegi (di amareni in lingua originale) che Lopachin, un arricchito discendente di contadini, desidera disboscare per far spazio alla costruzione di una schiera di villette per villeggianti.

Foto dal profilo Instagram ufficiale del Teatro di Napoli (@teatrodinapoli).

Il cast è ridotto a sei personaggi interpretati egregiamente da Milvia Marigliano, Rosario Lisma, Giovanni Franzoni, Eleonora Giovanardi, Tano Mongelli e Dalila Rea. Si aggiunge fuoricampo la voce di Roberto Herlitzka. In particolare Milvia Marigliano ci regala una Ljuba eccelsa: infantile e immatura al punto giusto da lasciarsi trascinare dalle emozioni forti, dall’amore e dalla nostalgia.

Non è forse un caso che gli oggetti della scenografia conservata più a lungo siano esattamente quelli giganti di una camera per bambini. Bastano un armadio, un grande orsacchiotto e dei grossi dadi a rievocare l’innocenza di un passato felice che non c’è più.

Foto dal profilo Instagram ufficiale del Teatro di Napoli (@teatrodinapoli).

“Il giardino dei ciliegi” tratta temi che erano di grande attualità nella Russia a cavallo tra XIX e XX secolo. Nel 1861 era stata abolito il sistema feudale e questo comportò lo sviluppo di nuove dinamiche economiche e sociali. Da un lato il declino dell’aristocrazia, incapace di conservare i propri privilegi senza più i servi della gleba. Dall’altra l’ascesa avida, determinata e alle volte sleale della nuova borghesia, disposta a tutto per inseguire il proprio riscatto sociale.

Rosario Lisma, però, evidenzia nell’opera anche dell’altro: la contrapposizione tra le generazioni. Gli adulti si lasciano maggiormente travolgere dalla nostalgia dei ricordi, ma i giovani no. La figlia più piccola di Ljuba, Anja, rappresenta la giovinezza e l’entusiasmo con cui custodisce la speranza nell’immaginare il futuro come una nuova avventura. Ed è proprio questo il tasto che rende la commedia ancora intensa da apprezzare oggi e in ogni epoca.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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