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VA BENE COSI’

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Copyright - zumapress/Flashpressagency Fabio Sasso

Napoli La corsa del Napoli si ferma sul muro dell’Inter, per uno 0-0 che definire prevedibile è un eufemismo.

Girando per i centri scommesse del napoletano prima del match, molti scommettevano sulla X o addirittura sull’ X2, altri sul NO GOL e sull’ Under.

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Sembrerebbe assurdo.

Col Napoli in campo è impossibile vedere meno di tre gol, soprattutto al San Paolo. E poi un popolo così superstizioso scommette contro la sua squadra?

Ma accadeva proprio questo a ridosso della partita.

Ed in molti il giorno successivo si sono presentati ad incassare.

Il fatto è che, al di là delle altissime quotazioni dei bookmaker, in molti sapevano che quella partita il Napoli non l’avrebbe mai vinta.

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Volendo partire da un ragionamento empirico-matematico, innanzitutto c’è la legge dei grandi numeri.

Esempio: lanciamo una moneta 10 volte, 100 volte, 1000 volte e controlliamo l’evento “uscita di testa”.

Ipoteticamente: per 10 lanci abbiamo 6 teste, per 100 lanci abbiamo 56 teste per 1000 lanci abbiamo 532 teste.

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La frequenza è dunque: per 10 lanci 0,60, per 100 lanci 0,56, per 1000 lanci 0,53.

Un esperimento di questo genere ci porta ad enunciare una legge che collega strettamente la frequenza alla probabilita’(0,5=50%) : la “Legge dei grandi numeri appunto”:

“all’aumentare del numero delle prove fatte il valore della frequenza tende al valore teorico della probabilità”.

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Ebbene dopo otto vittorie su otto partite giocate, poteva starci che l’ennesima partita il Napoli non la vincesse. E, considerando le recenti trasferte dell’Inter al San Paolo, sempre nefaste, ci poteva stare che l’ennesima ne uscisse indenne.

Va bene la legge dei grandi numeri, ma perché proprio in questa partita?

Per le caratteristiche delle due squadre e il “momento storico” del match.

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L’Inter infatti, più che a giocare, tende a non far giocare l’avversario, difendendosi con ordine e grande forza fisica. Poi Handanovic, Candreva, Icardi e Perisic pensano ai punti.

Magari a San Siro, con l’Inter chiamata a fare la partita dinanzi al suo pubblico, il Napoli, decisamente più forte, l’avrebbe vinta in ripartenza.

Magari in un altro periodo della stagione, gli azzurri avrebbero stradominato. Ma non dopo Roma e Manchester City, con notevole dispendio di energie fisiche e mentali.

Ed ecco il più prevedibile dei pareggi.

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Ma va bene così, è uno scontro diretto e contava non perdere. Anche perché questo Napoli, che gioca allo stesso modo in casa e fuori, può tranquillamente vincere il ritorno a Milano; e forse è anche più semplice.

I partenopei comunque non hanno demeritato, provando a vincerla fino alla fine e mostrando grande compattezza difensiva e rischiando poco o nulla.

Eccola la nota positiva: il Napoli dietro sbaglia pochissimo. Ed anche i “calci d’angolo contro” non sono più un problema.  Non a caso gli azzurri hanno la migliore difesa del campionato. Una conquista non da poco, considerando che, almanacchi alla mano, vince chi prende meno gol.

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E allora nulla di cui preoccuparsi e testa al Genoa per la trasferta di Marassi di mercoledì; lì non si vince da tre anni.

Ma c’è legge dei grandi numeri.

diMario Civitaquale

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