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Vino e architettura, 15 cantine di design da visitare in Italia 

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Sono sempre più numerose le meravigliose ‘cattedrali del vino’, firmate da prestigiosi nomi dell’architettura internazionale, vere e proprie attrazioni turistiche dove convergono estetica e design, tecnologia e funzionalità. Dove il sole mediterraneo bacia la terra e addolcisce le uve, paesaggi bucolici costellati di vigneti avvolgono le cantine che fanno della produzione vinicola non solo un lavoro ma anche una missione culturale: quella di trasmettere i valori di saperi ancestrali, combinandoli con l’innovazione tecnologica e la promozione del territorio.

Da un’astronave interrata nel Chianti fiorentino ad una tartaruga nel cuore della campagna umbra. Dalla Maremma alle Langhe passando per il Veneto e la Sicilia, il fenomeno delle cantine d’autore ha conquistato tante delle case vinicole del Bel Paese.
Le cantine sono espressione di cultura e marketing strategico, ricordandoci che può esistere un legame ‘emotivo’ tra architettura e vino, del resto proprio come l’architettura è poesia ‘costruita’, così il vino – come diceva  Robert Louis Stevenson  – ‘è poesia in bottiglia’.

In occasione della prossima Giornata Mondiale dell’Enoturismo, che avrà luogo il 13 novembre 2022 promossa da RECEVIN in collaborazione con le Associazioni nazionali delle Città del Vino europee, vi conduciamo in un viaggio virtuale tra alcuni capolavori di gusto e design da visitare in Italia.

Gli architetti Mario Casciu e Francesca Rango hanno ampliato la cantina Su’entu esistente nelle campagne del Medio Campidano, in Sardegna, aggiungendovi un nuovo edificio a pianta quadrata con una corte centrale. Gli spazi funzionalmente seguono il processo di vinificazione, ma allo stesso tempo aprono lo sguardo sul territorio. Dall’esterno Su’entu sembra un cubo di pietra e intonaco bianco, ma le “bucature” sono aperte sul paesaggio circostante.

Inaugurata nel 2012, la cantina Antinori nel Chianti Classico è stata progettata dall’architetto Marco Casamonti ed è realizzata interamente con materiali naturali. Praticamente invisibile dall’esterno, se non per due “fenditure” orizzontali che attraversano la collina, ha come segno distintivo una scala elicoidale che collega i 3 piani della struttura. La cantina fa parte di Toscana Wine Architecture, il circuito di 14 cantine di eccellenza e di design, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea.

Un carapace, un guscio in grado di racchiudere arte, natura e vino. Tenuta Castelbuono, progettata da Arlando Pomodoro, è la cantina di Bevagna (nel Perugino) della famiglia Lunelli. Uno scrigno per il vino, un’opera unica, al confine tra scultura e architettura. “La prima scultura al mondo in cui si lavora”, ha detto lo stesso Pomodoro che dice di aver pensato a una forma che “ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità”

La cantina Terre da Vino si trova nel comune di Barolo. La costruzione, progettata dall’architetto Gianni Arnaudo nel 2000, è stata ulteriormente ampliata nel 2010. L’estetica è profondamente legata all’architettura delle Langhe. Il comparto produttivo è definito dalla curvature delle coperture che riprendono il movimento collinare circostante. Sono stati ripresi il colore del solfato di rame delle vigne mentre le strutture essenziali di tutto l’organismo, in legno lamellare curvato, ricordano il materiale e l’antica tecnologia utilizzata per costruire le botti.

Un cubo in vetro e acciaio contraddistingue la cantina di Bricco Rocche, a Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo. Ideata degli architetti Luca e Marina Deabate, è un’opera d’arte moderna e tecnologica posta a suggello della tradizione e conservazione del barolo. L’uso del vetro senza intelaiatura, per non ostacolare la visuale, valorizza il paesaggio circostante. 

In val di Cornia, nella Maremma livornese, la cantina Petra colpisce per la sua monumentalità. Progettata dall’architetto svizzero Mario Botta, la struttura “evidenzia la misura, la bellezza, la profondità del paesaggio”. Un corpo centrale cilindrico alto 25 metri (e orientato a 45/90 gradi rispetto ai filari che lo circondano) che accoglie al suo interno le attività di ingresso e al centro quelle di vinificazione. La cantina fa parte del circuito Toscana Wine Architecture.

Fondata nel 1898 dal sacerdote Christian Schrott, la cantina Tramin ad oggi conta 290 soci che coltivano una superficie di 245 ettari di terreno. La nuova sede, situata nella culla del Gewürztraminer, è stata inaugurata nel 2010 ed è opera dell’architetto Werner Tscholl che ha utilizzato materiali come legno, ferro, vetro e cemento per creare giochi di luce tra trasparenza e buio. Dalla struttura principale partono due lunghe braccia verdi che ospitano l’enoteca e la sala di degustazione e idealmente cingono le vigne.

La cantina Santa Margherita di Fossalta di Portogruaro, nel Veneziano, è stata sin dalla nascita, nel 1935, una struttura all’avanguardia. Il fondatore Gaetano Marzotto immaginava un’agricoltura moderna, fatta di uomini, natura e tecnologia. Nel 2017 è stato inaugurato il nuovo centro di imbottigliamento. Simbolo della dinamicità dell’impresa e del nuovo insediamento è la parete retroilluminata con circa duemila fondi di bottiglie, una sorta di porticato realizzato nel punto in cui la facciata gira ad angolo per incontrare l’edificio che ospita gli uffici.

Nel cuore della Valle d’Aosta, ai piedi del castello di Aymavilles, il Rifugio del Vino dell’azienda vinicola Les Cretes, è un edificio di 170 metri quadrati, costruito a fianco della storica cantina dell’azienda. Un progetto ambizioso: unione del vino, della cultura della montagna e dell’architettura. L’impatto è d’effetto, con un tetto che ricorda nella forma le montagne e con una struttura in cui a dominare sono le vetrate. Degustando il vino, la vista si perde attraverso le ampie vetrate nello spettacolo delle vigne ai piedi delle montagne più alte d’Europa.

Sorge in mezzo alla lava dell’Etna, a metà strada fra i vigneti Sciaranuova e Montelaguardia, la cantina di Feudo di Mezzo di Planeta, concepita come un giardino di pietra all’interno di una colata lavica del 1566. Un gioco di parallelepipedi nella campagna etnea. La pietra nera è la dominante assoluta dell’architettura.  

Si deve a Hikaru Mori la struttura della nuova cantina dei Feudi di San Gregorio, una delle prime cantine d’autore in Italia, esposta due volte alla Biennale di Venezia. L’architetto giapponese ha tradotto la filosofia dell’azienda scegliendo linee essenziali e creando spazi di grande impatto sia all’interno sia nei giardini. Uguale attenzione è stata dedicata agli arredi interni per i quali Feudi ha chiamato come interpreti Massimo e Lella Vignelli, protagonisti del design italiano nel mondo.

Acciaio, legno, vetro e alluminio sono i soli materiali usati nella costruzione della cantina Mezzacorona, in provincia di Trento. Alberto Cecchetto, il progettista, ha studiato il paesaggio della Piana Rotaliana e ha immaginato il profilo della cantina come quello del paesaggio che disegna la terra. La copertura dell’edificio riprende il saliscendi dei vigneti. L’elemento distintivo del progetto è la torre metallica accanto alla struttura. 

Nel veronese, nel cuore della Valpolicella, il progetto della cantina Zýmē si distingue per concept e originalità. Il nome stesso, parola greca che significa “lievito”, è un immediato richiamo alla natura. Il progetto architettonico celebra ed esalta le caratteristiche di un’antica cava di arenaria del XV secolo attraverso un’attenta scelta dei materiali: un rivestimento in pietra, estratta in fase di scavo, e inserti in acciaio. Dall’alto la struttura ricorda la forma di una foglia di vite, logo della cantina.

Due cassette di vino sovrapposte. Un esercizio di architettura originale quello della cantina L’Astemia pentita, progettata dall’architetto Gianni Arnuado a Barolo, nel Cuneese. Voluta dall’imprenditrice piemontese Sandra Vezza, è “la prima cantina vitivinicola pop”. Per l’arredo interno immancabili alcuni dei prodotti iconici di Gufram, come il divano Bocca, il Cactus, ma anche progetti più recenti come la poltrona Roxanne.  

A pochi chilometri da Treviso si trova Pizzolato, una delle più belle cantine ecosostenibili in bioedilizia d’Italia. Geometrie rigorose, esterni in legno di faggio recuperato e terrazze panoramiche che guardano le vigne, danno vita a un progetto selezionato per la Biennale di Architettura di Venezia 2018. Una cantina in continua evoluzione come i materiali scelti per realizzarla, rigorosamente locali come il faggio del Cansiglio.

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