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Da domenica la Campania diventa zona rossa. La furia di De Luca: “Un governo di dilettanti, vada a casa”.

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Ph.Fabio Sasso/F.P.A

Dopo la stretta che ha tinto di rosso la Campania, De Luca se la prende con chiunque: “Io volevo chiudere a ottobre, hanno perso tempo”. In serata proteste in piazza.Timori per nuovi scontri.

La corsa del virus e la pressione sugli ospedali hanno spinto il governo a dichiarare la Campania, in un sol colpo, da zona gialla a zona rossa. Oltre ai numeri del contagio, sulla decisione hanno pesato “le insufficienze del 118 e la difficoltà della distribuzione dei malati negli ospedali”, fanno sapere dal Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute.

Troppo stridente l’immagine della Campania tinta di giallo, con lungomare e centro affollati, contrapposta alla situazione insostenibile degli ospedali campani, con triage fatti nelle auto in coda, personale sanitario stremato e lazzaretti dove non si muore nemmeno con dignità. Condizioni inaccettabili per un paese civile, che hanno spinto il premier Conte ad annunciare l’imminente arrivo dell’Esercito e della Protezione Civile per alleggerire le strutture sanitarie locali.

Durante la consueta diretta Facebook del venerdì, il presidente De Luca ha sparato a zero su chiunque, senza risparmiare nessuno. “Scelta tardiva, persi due mesi preziosi – ha detto – Noi volevamo chiudere tutto a ottobre per un mese – continua il presidente – la nostra posizione era questa. Il governo ha fatto una scelta diversa”. Per De Luca, “una scelta totalmente sbagliata perché il contagio non aumenta in maniera lineare ma esponenziale”.

Poi, il governatore ha alzato i toni andando allo scontro frontale contro la componente 5 stelle del Governo. Nel mirino la ministra Azzolina, Vincenzo Spadafora e Luigi Di Maio, al quale ha riservato le parole più dure, dandogli dello “sciacallo” per aver criticato la gestione della sanità campana e del “coniglio” per il rifiuto, più volte sollecitato da De Luca, di un confronto pubblico. “Fatti salvi 3 o 4 ministri, questo non e’ un governo. Sono dei dilettanti. Meglio mandarlo a casa”.

Immancabile anche l’affondo al Comune di Napoli e al sindaco Luigi De Magistris,“la nullità assoluta”, attacca De Luca. “Non c’è un giorno senza che sui media ci sia un attacco strumentale alla Campania e a De Luca”. “Le immagini del lungomare strapieno di Napoli motivano non una zona rossa ma una zona stra-rossa. Lo avrebbe dovuto decidere chi era in giro per televisioni”.

Nella furia del Presidente finisce anche Roberto Saviano,“un camorrologo di professione, ormai miliardario che però continua a vestirsi come un carrettiere perché fa tendenza”. Uno stato di accusa che coinvolge tutti, anche l’autore delle immagini dell’uomo, sospetto covid, trovato senza vita nel bagno del Cardarelli.

E intanto si torna in piazza. Ieri in serata, si è svolta una manifestazione di mercatali e ambulanti. C’era molta preoccupazione anche da parte della Prefettura, ma non c’è stata alcuna degenerazione. Tuttavia, bisogna mantenere alta l’attenzione su quanto potrebbe accadere. Napoli e la Campania sono una polveriera pronta a esplodere da un momento all’altro.

Il rischio e’ che proprio quelle componenti camorristiche, di ultrà, centri sociali e gruppi di destra estrema, protagoniste degli scontri  del 23 ottobre, speculando sul forte disagio sociale ed economico, tornino ad agitare le piazze, istigando alla disobbedienza sociale, rimettendo in scena violenza e raid contro negozi e polizia.

Un rischio concreto che richiede ristori economici immediati per rispondere rapidamente al bisogno di liquidità delle famiglie e delle imprese. Senza trascurare il confronto costante tra attori istituzionali e rappresentanti territoriali delle categorie produttive e delle parti sociali, per intercettare ogni possibile segnale di disgregazione del tessuto sociale e fare da presidio all’economia legale del territorio, preservandola da appetiti criminali.

 

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