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Alfredo Pezone, “E il cielo s’oscurò. Dialogo fra i giorni che furono e quelli che saranno”: un romanzo sulla Resistenza

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RECENSIONE – Gennaio è da anni il mese che convenzionalmente si impegna a promuovere la pace e a spolverare la memoria degli orrori della guerra. La guerra che anche l’Italia un tempo ha vissuto in prima linea. Non soltanto quella trasmessa dalla televisione a cui si assiste passavi. Di questo parla il romanzo “E il cielo s’oscurò. Dialogo fra i giorni che furono e quelli che saranno” di Alfredo Pezone, pubblicato dal mese di ottobre dalla casa editrice Homo Scrivens.

Come da titolo, il libro decanta una conversazione fra il passato e il futuro, tra un fantasma e un protagonista che si definisce un cuntastorie. Tutto ha inizio quando uno spirito appare come nella celebre opera shakespeariana: nell’Amleto è quello del defunto re di Danimarca che chiede al figlio di essere vendicato. Nel romanzo di Alfredo Pezone, invece, abbiamo il fantasma di uno zio che non chiede sangue. Desidera raccontare la Resistenza. Vuole combattere l’indifferenza, il grande male del mondo. Il fantasma consegna un quaderno speciale, un diario di memorie terribili. Un passato orribile che le nuove generazioni devono conoscere per non commettere più gli stessi errori.

L’autore scrive con un stesura semplice, pulita. Con un ritmo lento, dà il tempo al lettore di immergersi nella storia e di assaporare le atmosfere. Presenta personaggi coraggiosi, maestri di dignità e valori umani. Pagina dopo pagina, ci si affeziona alla loro fierezza, al loro temperamento. Con il cuore si accetta la consapevolezza di come purtroppo la Storia spesso possa ripetersi ed essere ciclica. Si accoglie perciò il messaggio del romanzo: l’esigenza di perseverare e non abbassare mai la guardia dinnanzi alle ingiustizie della società e alle brutture della vita.

Di Valentina Mazzella

 

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