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Amazon, proteste dei lavoratori dell’hub di Arzano. I sindacati: “Una situazione ai limiti dello sfruttamento”

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Ph. Fabio Sasso /F.P.A.

I dipendenti chiedono la solidarietà dei consumatori invitandoli a non fare acquisti per tutto il giorno. L’azienda assicura che l’impegno verso i lavoratori e’ una ‘priorità’

Primo sciopero di tutta la filiera Amazon in tutta Italia: per 24 h si fermano gli addetti agli hub e alle consegne e i driver, circa 40.000 lavoratori. A proclamarlo unitariamente sono state Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che parlano di adesione media del 75%, con punte del 90% in alcuni territori. I dipendenti chiedono la solidarieta’ dei consumatori invitandoli a non fare acquisti per tutto il giorno. L’azienda, in una lettera, ai clienti assicura che l’impegno verso i lavoratori e’ una “priorita’”.

Tra le rivendicazioni sindacali alla base della protesta ci sono la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la contrattazione dei turni di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, la clausola sociale e la continuita’ occupazionale per tutti in caso di cambio appalto o cambio fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali e il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza.

I sindacati sono compatti nel chiedere all’azienda un cambio di passo: “La convinta adesione al primo sciopero in Italia dei lavoratori di Amazon, richiede risposte da parte della multinazionale e l’immediata riapertura delle trattative, per arrivare a un accordo sulle richieste avanzate relative ai salari, alle stabilizzazioni e alle condizioni di lavoro”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

 

Allo sciopero hanno aderito anche gli addetti dello stabilimanto Amazon di Arzano in provincia di Napoli, circa 500 persone, tra diretti ed indiretti, con contratti che durano al massimo tre mesi.

“Per la prima volta i lavoratori di Amazon sono in sciopero per per chiedere che vengano garantiti le adeguate tutele contrattuali a tutti lavoratori della filiera, a cominciare dai driver, che subiscono un vero e proprio sfruttamento lavorativi, con orari massacranti e condizioni di lavoro che vanno oltre ogni legalita’. Se questo e’ il futuro, deve esserlo rispettando i diritti. Chiediamo la continuita’ contrattuale, il diritto alla parita’ di trattamento della filiera, la clausola sociale e la fine di questo turn-over esasperante nello stabilimento di Arzano”. A dirlo, in una nota, sono le segreterie di Cgil, Filt-Cgil e Nidil Cgil Napoli e Campania, che oggi hanno partecipato al presidio davanti ai cancelli dello stabilimentoAmazon di Arzano.

Una situazione che per la Cgil e’ “ai limiti dello sfruttamento“. “Servono tavoli di contrattazione dove parlare dei ritmi di lavoro, di turni e di diritti. – sostengono Cgil, Filt e Nidil nella nota – Chiediamo solidarieta’ per i driver che lavorano per oltre 10 ore giornaliere e che se cambiano azienda rischiano di non venire riconfermati. Chiediamo che questi lavoratori, indispensabili durante il lockdown e ancora oggi, siano considerati persone e non merce”. “In un momento cosi’ difficile – continua il sindacato – tali proposte attirano, sembrano positive e facilmente perseguibili. Non e’ possibile pero’, accettare che la logica del profitto prevalga sui diritti dei lavoratori, spesso precari, sfruttati al massimo, con diversi livelli di retribuzione e garanzie nella filiera, vessati qualora si iscrivono al sindacato. É ora che i lavoratori facciano sentire la propria voce”.

La replica di Amazon “L’impegno verso i nostri dipendenti e quelli dei fornitori di servizi di consegna e’ la nostra priorita’ assoluta”, scrive la country manager di Amazon.it e Amazon.es, Mariangela Marseglia, in una lettera rivolta ai clienti. “In Amazon – afferma – rispettiamo il diritto di ogni individuo a esprimere la propria posizione e voglio ringraziare personalmente i colleghi e i dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna che ogni giorno lavorano per assicurare che possiate ricevere i vostri ordini”.

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