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Bankitalia: Campania, nel primo semestre 2023 crescita rallenta a 1,1%

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Da revisione Pnrr rischio meno fondi Comuni per 1,4 mld

Resta lenta la crescita dell’economia della Campania che nel primo semestre del 2023 è cresciuta dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2022, in linea con la crescita che c’è stata in media in Italia dell’1,2%. E’ questo il dato che emerge dall’aggiornamento congiunturale su “L’economia della Campania” presentato oggi da Marina Avallone, direttore della sede di Napoli della Banca d’Italia.

“Il rallentamento – spiega Avallone – ha riguardato tutti i settori dell’economia ma è stato più esteso per l’industria, anche c’è qualche eccezione. E’ stato meno intenso il rallentamento per i servizi, soprattutto per quelli legati al comparto turistico. Le costruzioni hanno invece risentito di un notevole ridimensionamento dell’attività legate alle ristrutturazioni delle abitazioni private per le modifiche introdotte quest’anno per il ricorso al Superbonus, invece vediamo segnali di ripresa per quanto riguarda gli investimenti pubblici delle amministrazioni locali”.

Aumenta a tassi sostenuti invece l’export campano. “Questa crescita – sottolinea Avallone – è dovuta per più della metà al settore farmaceutico, ma degli aumenti si sono avuti anche nell’agroalimentare e soprattutto nell’automotive che ha visto incrementare le proprie vendite sul mercato europeo e nordamericano. Poi – spiega ancora il direttore di Bankitalia Napoli – sono aumentati i flussi turistici, soprattutto quelli provenienti dall’estero, con conseguenti effetti positivi sul traffico portuale e aeroportuale di persone che ha superato i livelli pre pandemici”.

“Per quanto riguarda l’occupazione in Campania, in questi primi sei mesi vediamo una moderata crescita dovuta soprattutto all’occupazione alle dipendenze, mentre invece c’è una diminuzione per quella autonoma e una crescita che non supera l’1% in questo primo semestre”. “Tuttavia – sottolinea Avallone – che per quanto riguarda l’occupazione forse bisogna aspettare l’intero anno perché i dati poi hanno fonti diverse che arrivano in momenti diversi, quindi su questo magari vediamo alla fine dell’anno quali saranno i risultati”.

“Qualche dato positivo sull’inflazione ultimamente lo abbiamo: l’inflazione alla fine del 2022 aveva raggiunto l’11% in Campania, i dati che noi abbiamo a settembre ci dicono che l’inflazione è scesa al 5,3%, in linea con quella italiana. Poco alla volta si stanno recuperando un po’ di margini”. Parlando delle conseguenze dell’inflazione sulla spesa, Avallone aggiunge: “I consumi sono ancora un po’ aumentati ma è chiaro che sotto il profilo reale c’è stato un effetto dell’inflazione sui consumi delle famiglie. Ad esempio, una delle cose che vediamo, è la diminuzione dell’acquisto delle abitazione per l’aumento del costo dei mutui”.

Il direttore poi si e’ soffermato sulla rimodulazione del Pnrr proposta ad agosto dal Governo, con un taglio dell’11,5% dei fondi inizialmente previsti, segnalando che potrebbe portare a un definanziamento degli interventi locali per 1,4 miliardi di euro, colpendo in particolare i Comuni. In totale alla Campania sono stati assegnati 14,7 miliardi di euro dal Pnrr, di cui il 25% alla Regione, il 22% ai Comuni e il 15% ad altri enti locali, mentre il 38% e’ gestito da enti pubblici nazionali. In base ai dati di Bankitalia. sono state bandite gare per il 47% degli importi assegnati, per circa due terzi attuate dai Comuni. Fino al mese di giugno dell’anno in corso, i Comuni hanno messo a gara il 64% dei fondi a loro assegnati.

“Sulla Zes unica abbiamo raccolto perplessità dagli operatori, però aspettiamo di vedere i primi passi di questa nuova Zes e poi facciamo un commento”.  “Qualche perplessità – sottolinea Avallone – è legata al fatto che si allontana il momento decisionale rispetto all’attuale. E’ chiaro che più Zes, governate a livello centrale, sono più distanti e devono guardare a un settore più ampio rispetto a come è adesso”.

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